Chiudere lo stabilimento della Schneider non corrisponde alle norme europee, per cui si dovrebbero aspettare minimo tre anni di attività produttiva, proprio come impone la Comunità Europea. Il piano di chiusura e trasferimento in Bulgaria andrebbe rivisto, dato che uno dei maggior clienti dell'azienda è anche l'Enel, evitando così di lasciare senza lavoro 200 persone. A tal fine, la politica si deve mobilitare e questo è lo stesso pensiero del segretario generale della Uil di Rieti, Alberto Paolucci.
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