Viterbo, il Comune ricorda le vittime dei bombardamenti della seconda guerra mondiale: le iniziative

Si ricorda oggi l’81esimo anniversario del bombardamento anglo-americano. La sindaca: “Nostro dovere celebrare questa pagina di storia”

Viterbo

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Venerdì 17 gennaio, per il Comune di Viterbo è in programma la celebrazione della giornata commemorativa delle vittime dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, ricordando la tragica giornata di 81 anni fa in cui la città fu colpita da uno dei più devastanti attacchi aerei della sua storia.

Viterbo, la commemorazione

La giornata è scandita da una serie di appuntamenti commemorativi: alle 11 si è tenuta una celebrazione religiosa presso la Basilica di San Francesco, mentre corone commemorative sono state poste alla lapide fuori la Basilica e al monumento in Piazzale Gramsci, vicino l’ingresso dell’area Garbini.

La sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, ha sottolineato l’importanza della memoria: “Da ottantuno anni il 17 gennaio è una data impressa nella memoria dei viterbesi, soprattutto di chi ha vissuto quella tragedia o ha perso un familiare. È nostro dovere morale ricordare questa triste pagina di storia”.

Cosa è accaduto a Viterbo il 17 gennaio 1944

Quel giorno, Viterbo visse una tragedia senza precedenti. Era una normale giornata invernale, in cui la popolazione, ormai abituata al suono delle sirene, non si aspettava l’arrivo di un attacco così devastante.

Intorno a mezzogiorno, circa 30 velivoli anglo-americani presero di mira la città, sganciando bombe su obiettivi strategici come stazioni ferroviarie e caserme, ma causando enormi danni anche alle aree civili. In pochi minuti, morte e distruzione si abbatterono su Viterbo: Porta Fiorentina rasa al suolo, Palazzo Grandori e la fontana di Piazza della Rocca furono distrutti e la Chiesa di San Francesco venne gravemente colpita.

L’attacco causò la morte di circa 200 persone, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva della città. 100.000 metri quadrati di area urbana furono distrutti, 600 abitazioni ridotte in macerie; ospedali, fognature e infrastrutture cittadine, invece, ne uscirono gravemente danneggiate.