Alle ore 17:00 circa del 14 luglio la Sala Operativa della Questura di Roma avvisava l’Ufficiale di P.G. di turno al Commissariato di P.S. Aurelio di una donna, di nazionalità romena, che era stata trasportata d’urgenza presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Aurelia Hospital poiché vittima del reato di rapina, perpetrato con particolare ferocia. Sul luogo della rapina era stata inviata un’autoradio che però non aveva trovato la vittima in quanto già trasferita in Ospedale. Il personale del Commissariato Aurelio, appresa la notizia, prendeva contatti con il personale medico e con la stessa donna, di ventisei anni, domiciliata a Roma, sprovvista di documenti, che presentava gravi lesioni fisiche dovute alle percosse subite.
La ragazza sporgeva formale denuncia per la rapina subita riferendo che, verso le ore 16:25, durante l’espletamento dell’attività di prostituzione che ella era solita esercitare era stata avvicinata da un giovane di circa 30/35 anni, altezza 1.70 m circa, capelli corti, corporatura normale, indossante una maglietta di colore scuro con accento italiano che, giunto su una’autovettura Mercedes, dopo aver pattuito il compenso per un rapporto sessuale, si addentrava insieme a lei all’interno della vegetazione. Durante il percorso verso il luogo stabilito, l’individuo, che le camminava alle spalle, improvvisamente aveva iniziato a colpirla con violenza facendola cadere a terra.
Lo stesso aveva continuato nelle percosse con calci, anche sul viso, per poi afferrarle la borsa dandosi alla fuga verso la propria auto, parcheggiata a circa dieci metri, con la quale si era quindi allontanato. La donna, nonostante l’accaduto, era riuscita a rilevare la targa dell’auto e a raggiungere, se pur ferita, la strada per chiedere soccorso agli occupanti dei veicoli in transito, riferendo sin da subito di ricordare chiaramente il volto dell’aggressore e di essere in grado di riconoscerlo qualora visto in fotografia.
Sulla base della targa fornita, venivano effettuati accertamenti tramite la banca dati interforze SDI, dai quali emergeva che l’auto abbinata alla suddetta targa era effettivamente una Mercedes intestata ad una donna residente a Tarquinia. Dalle successive indagini emergeva che la donna era stata in passato sottoposta a controlli di Polizia unitamente ad un uomo di trent’anni, A questo punto veniva coinvolto nell’indagine il Commissariato di PS di Tarquinia, al fine di individuare il soggetto già conosciuto dai poliziotti viterbesi come il convivente della proprietaria dell’autovettura.
Nel frattempo la vittima che aveva subito la rapina riconosceva in foto l’aggressore. Tale informazione veniva fornita al personale del Commissariato di Tarquinia che, dopo ulteriori indagini, intercettava l’uomo a bordo del veicolo e lo conduceva presso gli Uffici del Commissariato di Tarquinia dove si recava anche personale del Commissariato “Aurelio”. Di fronte agli uomini della Polizia di Stato l’uomo ammetteva di essere l’autore della rapina, specificandone dettagli che altrimenti non avrebbe potuto conoscere e indicando il luogo ove si era disfatto della borsa, dopo essersi impossessato del denaro contenuto. Recuperata la borsa, l’uomo veniva tratto in arresto per il reato di rapina aggravata e condotto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria agli arresti domiciliari.
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