L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha recentemente lanciato una campagna che potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta contro il fumo e le sue devastanti conseguenze sulla salute pubblica. La proposta, avanzata durante una conferenza stampa al Senato, prevede un aumento del prezzo delle sigarette di 5 euro a pacchetto, con l’obiettivo di disincentivare l’abitudine al fumo e, al contempo, raccogliere fondi vitali per sostenere il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il presidente dell’AIOM, Francesco Perrone, ha sottolineato come questa “tassa di scopo” non sia solo una misura fiscale, ma uno strumento strategico per tutelare la salute pubblica. L’intento principale è quello di ridurre il consumo di tabacco, responsabile del 90% dei casi di tumore al polmone, ma anche correlato a numerose altre patologie, tra cui malattie cardiovascolari e respiratorie. Si tratta di un approccio che mira a colpire una delle principali cause di mortalità prevenibile in Italia.
Secondo i dati presentati da AIOM, il tabagismo è responsabile di oltre 93.000 morti all’anno nel nostro Paese, causando un impatto economico devastante con costi sociali e sanitari stimati in oltre 26 miliardi di euro. Con un incremento del prezzo delle sigarette, si potrebbero raccogliere fino a 13,8 miliardi di euro annui, una cifra considerevole che verrebbe interamente destinata al finanziamento del SSN, alleviando parte della pressione finanziaria che il sistema sanitario affronta oggi.
L’effetto del tabagismo sulla salute pubblica è drammatico. Non solo rappresenta la principale causa di tumori al polmone, ma contribuisce anche allo sviluppo di altre neoplasie, quali il tumore alla laringe, alla bocca, all’esofago e alla vescica. L’associazione tra fumo e patologie cardiovascolari è altrettanto consolidata, con il fumo che aumenta significativamente il rischio di infarto, ictus e altre condizioni debilitanti.
Un intervento così deciso come l’aumento del prezzo delle sigarette ha dimostrato, in vari contesti internazionali, di essere una delle strategie più efficaci per ridurre il numero di fumatori. L’esperienza di altri Paesi, come Australia e Regno Unito, evidenzia che politiche di prezzo elevate dissuadono soprattutto i più giovani dall’iniziare a fumare, contribuendo a un calo complessivo dei fumatori nella popolazione.
Oltre all’impatto sulla riduzione del fumo, la proposta di AIOM prevede di destinare le entrate generate dall’aumento delle tasse su tabacco e sigarette al rafforzamento del SSN, un sistema sotto pressione, specie dopo la pandemia di COVID-19. Le risorse aggiuntive permetterebbero di finanziare nuove tecnologie sanitarie, migliorare l’accesso alle cure oncologiche, potenziare la prevenzione e fornire assistenza in ambiti sempre più critici per la popolazione.
Maria Domenica Castellone, vicepresidente del Senato, ha dichiarato il suo pieno sostegno all’iniziativa, annunciando l’intenzione di presentare un emendamento nella prossima legge di bilancio. “Questa tassa di scopo rappresenta una misura essenziale per garantire un futuro sostenibile per il nostro sistema sanitario e, al contempo, contrastare un’abitudine pericolosa come il fumo”, ha affermato Castellone.
L’introduzione di una tassa così significativa solleva critiche sul potenziale impatto economico per i fumatori perché è evidente che l’aumento dei prezzi colpirebbe in maniera più dura i segmenti di popolazione a basso reddito, tra cui il tasso di fumatori è generalmente più alto. Per questo motivo, parallelamente all’aumento dei prezzi, sarà essenziale potenziare i programmi di sostegno alla cessazione del fumo, fornendo servizi gratuiti o a basso costo per chi desidera smettere.
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