Pubblicato il
Roma e il divieto di bivacco: un’ordinanza ignorata da tutti

Roma continua a lottare contro il degrado nelle sue aree più iconiche. L’ordinanza in vigore a Roma Capitale vieta espressamente di sedersi, bivaccare e consumare cibo e bevande in alcuni dei luoghi di maggior pregio artistico e monumentale, tra cui la celebre scalinata di Trinità de’ Monti. Il provvedimento è stato pensato per preservare il decoro urbano e garantire la tutela del patrimonio storico, spesso deturpato dalla presenza di rifiuti, graffiti e comportamenti irrispettosi da parte di turisti e cittadini.
Trinità de’ Monti e altri luoghi simbolo sotto assedio
Uno dei punti più critici è senza dubbio la scalinata di Trinità de’ Monti, che collega Piazza di Spagna alla chiesa della Santissima Trinità. Quotidianamente presa d’assalto da turisti in cerca di un posto per riposarsi o consumare uno spuntino, la scalinata è diventata teatro di bivacchi continui, nonostante il divieto. Oltre a questa storica scalinata, il divieto è in vigore anche in altre aree di alto valore storico e monumentale, come la Fontana di Trevi, il Pantheon, Piazza Venezia e le aree limitrofe al Colosseo e ai Fori Imperiali.
Un divieto inefficace? Il problema della sorveglianza
Nonostante l’ordinanza, il problema principale resta l’efficacia dei controlli. La polizia municipale di Roma Capitale, incaricata di far rispettare il divieto, non riesce a garantire una presenza costante in tutti i luoghi interessati. Il fenomeno segue una dinamica ormai nota: alla vista degli agenti, turisti e cittadini si alzano e si disperdono, salvo poi tornare a sedersi e bivaccare non appena le forze dell’ordine si allontanano. Un effetto a macchia di leopardo che rende il divieto, nei fatti, poco efficace.
I danni al patrimonio artistico e le lamentele dei cittadini
Il continuo utilizzo improprio di queste aree provoca danni significativi al patrimonio storico. Basti pensare ai liquidi e ai residui di cibo che si infiltrano nelle superfici marmoree, accelerandone il deterioramento, o alle lattine e bottiglie abbandonate sulle scalinate e nei pressi delle fontane. Molti cittadini romani lamentano inoltre che il bivacco incontrollato contribuisce al senso di disordine e degrado, allontanando quel senso di sacralità e rispetto che questi luoghi dovrebbero ispirare.
Più controlli e nuove strategie
Per rendere il divieto realmente efficace, sarebbe necessario intensificare la presenza della polizia locale e studiare nuove strategie di prevenzione. Tra le soluzioni proposte vi è l’installazione di barriere dissuasive o la creazione di campagne di sensibilizzazione rivolte ai turisti, affinché comprendano l’importanza di rispettare i luoghi che visitano. Un’altra opzione potrebbe essere l’introduzione di sanzioni più severe e l’uso di telecamere di sorveglianza per monitorare in tempo reale eventuali infrazioni.
Una battaglia culturale
La sfida di Roma è quella di conciliare l’accoglienza turistica con il rispetto e la conservazione del suo straordinario patrimonio. Il bivacco selvaggio è un problema che non riguarda solo il decoro urbano, ma anche l’identità stessa della città eterna. L’ordinanza è un passo nella giusta direzione, ma senza un’applicazione rigorosa rischia di restare solo un principio sulla carta.
Condividi questa notizia per primo
Sostieni il nostro giornalismo