A Colleferro nasce lo “Scaffale Ambientalista”
La storia di gruppo di studenti che a partire dalle scuole ha deciso di mettere la tutela dell’ambiente al centro del proprio impegno al servizio della città
Una porta blu e una targa su cui è disegnato un albero, che è anche una libreria, che è anche un volto umano. Sono il colore e i simboli scelti da Maria Chiara, Rebecca, Luca, Alessandro, Consuelo, Giuliano, Jacopo, Giulio, Leonardo e Alfredo per accogliere studenti, studiosi e cittadini allo Scaffale Ambientalista, in via degli Esplosivi 1 a Colleferro, in quel quadrante del Basso Lazio tra Roma e Frosinone compreso nell’area Sin (Sito di Interesse Nazionale) “Bacino del fiume Sacco”, in attesa di bonifica da quando nel 2005 scoppiò lo scandalo betaesaclorocicloesano.
Da allora a oggi sono passati quindici anni. Anni di mobilitazione per il movimento ambientalista della Valle del Sacco e per l’Unione Giovani Indipendenti (Ugi), associazione nata da un gruppo di studenti che a partire dalle scuole di Colleferro ha deciso di mettere la tutela dell’ambiente al centro del proprio impegno al servizio della città.
E che il primo settembre hanno inaugurato lo Scaffale Ambientalista. Un po’ aula studio, un po’ centro di documentazione, un po’ biblioteca, lo Scaffale “e’ uno spazio di cultura che abbiamo pensato per condividere il momento dello studio assieme a quello dell’approfondimento sulle questioni ambientali e sociali del nostro territorio e a livello globale”, spiega all’agenzia Dire Maria Chiara, 26 anni, studentessa di Giurispurenza e presidente dell’Ugi a tempo pieno, che quest’estate ha rinunciato alle sue vacanze e si e’ sporcata le mani assieme agli altri per tinteggiare, riparare il pavimento, riassestare le porte di un luogo storico, abbandonato da oltre dieci anni e restituito alla città.
“L’idea nasce dall’esigenza dei membri dell’associazione di studiare ma anche di continuare a portare avanti le nostre attività- continua Maria Chiara- dalla redazione del giornalino “Terra terra” alla traduzione dei dati epidemiologici per renderli più fruibili alla collettività”. Faldoni di comunicati stampa e articoli di giornale, studi universitari e rapporti epidemiologici, raccolti dall’associazione, ora digitalizzati e accessibili, sui temi più disparati: dall’inquinamento da pesticidi e metalli pesanti del fiume Sacco all’impatto sanitario sulla popolazione della discarica di Colle Fagiolara e degli inceneritori di Colle Sughero, alle ultime ricerche sull’effetto del betaesaclorocicloesano sugli umani.
“Per noi l’ambientalismo è stato sempre al centro del dibattito, anche quando non andava di moda- racconta Rebecca, 23 anni, studentessa di Scienze Politiche- Adesso che abbiamo finalmente una maggiore autorevolezza, essere ambientalista è una sfida perché è una tematica estremamente complessa, che va studiata e approfondita.
C’e’ grande fermento e tutti insieme possiamo raggiungere dei risultati importanti”. Incontrarsi, studiare e fare rete. Sono questi per i giovani dello Scaffale gli ingredienti per raggiungere risultati efficaci rispetto alle sfide ambientali territoriali e globali, prima fra tutte quella dei cambiamenti climatici. “Abbiamo rapporti con le altre associazioni ambientaliste sia sul nostro territorio che a livello nazionale, dai No Tav ai No Tap, fino ai giovani ragazzi dei Fridays For Future”, sottolinea la presidente dell’associazione, che negli anni ha costruito progetti di riqualificazione del verde urbano nel quartiere delle case popolari e ha dato vita a un premio rivolto alle scuole tutto dedicato alle tematiche ambientali.
“Per me oggi essere un giovane ambientalista è un senso di responsabilità rispetto al percorso che abbiamo costruito in dieci anni di attivismo, un dovere nel dare continuità a questo percorso- spiega Luca, 24 anni, una laurea in Chimica in cantiere- Ma è anche un forte motivo di orgoglio, soprattutto quando si riescono a vincere delle battaglie”.
Come quella per la chiusura degli inceneritori di Colle Sughero che ha visto i ragazzi e le ragazze dell’Ugi tra protagonisti del movimento Rifiutiamoli. “Questo era uno spazio necessario per la città- dice lapidaria Emanuela, laureata in Filosofia e il sogno di diventare giornalista- E lo è non solo perché permette ai giovani di incontrarsi e aggregarsi, ma perché chiunque voglia essere un cittadino più consapevole delle tematiche ambientali può venire qui e informarsi”.
Per Piotr, 22 anni, studente di Ecoboiologia lo Scaffale, insieme alla biblioteca comunale, è ormai tappa fissa: “Penso che questo luogo possa educare e stimolare le persone a impegnarsi per l’ambiente”, dice circondato dai volumi che a poco a poco stanno arricchendo i ripiani dello Scaffale, comprati o donati da cittadini e associazioni.
Come Cdca-A Sud onlus, con cui l’Ugi condivide, tra l’altro, il percorso nella campagna “Giudizio Universale: facciamo causa”, che sarà presentata allo Scaffale in un evento a fine ottobre. “Nel corso del tempo vogliamo cercare di raccogliere le tesi che abbiano come argomento l’ambiente, soprattutto quelle più legate al territorio”, racconta ancora Rebecca, che lancia un appello: “Chiunque voglia aiutare e contribuire ad arricchire la nostra biblioteca può contattarci. Siamo aperti a qualsiasi tipo di donazione”.