A Empoli una Roma bella e narcisista

Giallorossi autori del primo tempo più bello dell’anno. Avanti di quattro gol, nella ripresa si specchia troppo e lascia fare: una lezione da imparare

José Mourinho concentrato sulla panchina della Roma

José Mourinho concentrato sulla panchina della Roma (© Claudio Pasquazi)

La Roma vince a Empoli e sfrutta un turno favorevole per guadagnare punti sulle rivali. Approfittando degli scontri diretti Milan-Juventus e Lazio-Atalanta i giallorossi dilagano con un poker nel primo tempo e nel secondo amministrano, forse troppo, il risultato. Con il 2-4 in Toscana, è sesto posto solitario con la Zona Champions un po’ più vicina, ma per continuare la rincorsa servirà più continuità, anche durante la stessa partita.

Micidiale negli spazi e da calcio piazzato…

Al cospetto di una squadra quadrata, insidiosa, che gioca un bel calcio e che ha anche sgambettato delle big, la Roma non ha un impatto dirompente, ma con il passare dei minuti impone la sua legge. Prima un piccolo brivido con la combinazione empolese da calcio piazzato, poi la squadra di Mourinho dilaga con quattro gol in meno di un quarto d’ora. Prima la zampata di Abraham, che stoppa un tiro di Oliveira, si gira e fulmina Vicario, poi la doppietta dell’inglese direttamente su calcio piazzato, con la palla che varca la linea di porta prima del tap in – a questo punto inutile – di Mancini. II giallorossi si sono dimostrati cinici e micidiali come raramente successo quest’anno, con gli spazi che si sono aperti e le sgroppate di Oliveira, Zaniolo e Mkhitaryan e dare il colpo del ko. I tre si sono infilati come burro nella difesa empolese che, in bambola, incassa tre gol in cinque minuti. I migliori 45 minuti del campionato della Lupa.

…ma ancora incapace di gestire il risultato

Andata al riposo avanti di quattro gol, la Roma in avvio di ripresa si è seduta, forse compiaciuta della versione messa in mostra fino a quel momento, e ha dato modo alla squadra di casa di reagire. Così si spiegano i gol di Pinamonti al 55′ e di Bajrami al 72′, su un tiro centrare deviato imparabilmente da Mancini. Al netto del gol più o meno fortuito, la Roma non è mai sembrata perdere il controllo della partita – a differenza della rimonta subita dalla Juventus – ma ha concesso, soprattutto dai 20-25 metri, almeno quattro possibilità, più altri due tiri in porta da centro area. Una volta messo in cassaforte il risultato, la sfida doveva essere quella di rimanere con la porta inviolata, obiettivo mancato e non di poco. Anche questa è mentalità: mentalità sulla quale Mourinho non deve smettere di lavorare nonostante le buone indicazioni odierne.

La fame di Abraham, il piede di Sergio Oliveira

MVP del match è Tammy Abraham, autore due gol (e mezzo) e arrivato a quota 17 in 30 presenze stagionali. Due realizzazioni da attaccante vero: la prima su un tiro di Oliveira addomesticato e trasformato in oro con una staffilata sul primo palo; la seconda con una zampata da calcio d’angolo. L’inglese, dopo un inzio di campionato positivo sul piano dell’atteggiamento ma non semplice su quello realizzativo, ad Empoli ha dato dimostrazione di grande cinismo che si rispecchia in numeri notevoli in questo inizio d’anno. Nel 2022 sono cinque timbri in altrettante partite. Inoltre il suo apporto in mezzo al campo ha dato il là anche al terzo gol, con il tacco volante che ha lanciato Mkhitaryan, rifinitore per il gol di Zaniolo.

Proprio l’armeno, assieme a Sergio Oliveira, possono essere gli altri uomini copertina. Nella posizione di trequartista dietro alle due punte, si trova perfettamente a suo agio nell’impostazione più avanzata nelle transizioni rapide, facilitate quest’oggi dagli ampi spazi lasciati dall’Empoli. Inoltre Sergio Oliveira timbra ancora il cartellino alla sua seconda partita in Serie A. Due reti nelle prime due uscite in campionato con la maglia giallorossa sono una rarità: nel XXI solo Chivu (nel 2003) ed El Shaarawy (2016) ci sono riusciti. La chiave dell’agevole vittoria empolese sta anche nei piedi buoni in mezzo al campo dei due.

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