A Fiumicino aeroporto nessun controllo del Green Pass, l’incredibile denuncia di un deputato
“Il Ministero dei Trasporti chiarisca se si è trattato di un caso eccezionale o di una pratica comune”
“Mentre centinaia di migliaia di attività stanno, non senza difficoltà operative, controllando le certificazioni verdi dei clienti e degli utenti come previsto dalla legge, nel principale aeroporto della Capitale si può entrare e imbarcarsi senza controlli sull’autenticità del green pass tramite lettura del QR code. Il Ministero dei Trasporti chiarisca se si è trattato di un caso eccezionale o di una pratica comune”.
A denunciarlo il deputato di Forza Italia Roberto Novelli, protagonista diretto della mancata osservanza delle disposizioni. “Giovedì 3 settembre: dopo tre giorni di lavori in commissione Affari sociali dedicati alla conversione in legge proprio del decreto green pass, raggiungo Fiumicino per imbarcarmi sul volo Alitalia Roma-Trieste delle 21:35.
“Una rapida occhiata allo smartphone e via libera”
All’imbarco – racconta Novelli – ordinario controllo del biglietto e del documento e la richiesta di esibizione della certificazione verde. La mostro, convinto che l’addetto la controlli tramite l’applicazione (Verifica C19) scaricata e utilizzata da ristoratori, gestori di bar, addetti di musei, parchi divertimento e tutti gli altri operatori tenuti a farlo. Convinzione sbagliata: una rapida occhiata allo smartphone e via libera.
“Una condotta ingiustificata e dannosa”
Alla domanda sulle ragioni della mancata verifica, il personale mi risponde candidamente che non hanno gli strumenti per la scannerizzazione del codice. Lo stesso avviene al momento dell’ingresso sull’aereo: controllo del biglietto e veloce scorsa al green pass, senza alcun controllo sulla validità della certificazione. Una condotta ingiustificata, poiché basterebbe scaricare una app, e dannosa, perché rischia di rendere vano l’impegno dei tantissimi italiani che rispettano le norme sul green pass”, insiste Novelli.
“Il Ministero faccia chiarezza”
“Questo è quanto accade a Fiumicino ma ad esempio non all’aeroporto di Trieste, dove il personale rispetta tutte le prescrizioni. Purtroppo sappiamo che stanno girando certificati contraffatti: incredibile che in uno dei principali scali nazionali, frequentato da decine di migliaia di passeggeri ogni giorno, si violino norme facilmente applicabili. Il Ministero faccia chiarezza”, conclude Novelli. (Com/Pol/ Dire)