In data odierna, 22 ottobre 2023, riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano”:
Legambiente Terracina ritorna sulle note dolenti dell’Urbanistica terracinese in occasione della presentazione del rapporto nazionale “Abbatti l’Abuso 2023” svoltasi il 17 ottobre scorso a Roma.
A Terracina fioriscono interventi urbanistici ma continua a mancare una visione di città, non si adeguano gli strumenti urbanistici al nuovo PTPR (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale), non si analizzano le conseguenze della dissennata applicazione della legge sulla rigenerazione urbana e non si contrastano gli abusi che continuano a fiorire sul territorio.
La nuova Amministrazione Comunale di Terracina, in perfetta continuità con le poco virtuose gestioni precedenti che hanno portato Terracina al Commissariamento per via giudiziaria, continua a rilasciare nuovi titoli autorizzativi, come quello rilasciato per la demolizione e ricostruzione di un villino d’epoca su Viale Circe fronte mare (abbattuto nei giorni scorsi senza neanche mostrare il cartello con le autorizzazioni e senza che il permesso fosse pubblicato sull’albo pretorio!), o quello rilasciato per una mega-struttura per il tempo libero sempre su Viale Circe fronte-mare (i cui lavori sono iniziati dopo l’estate), o una nuova previsione di lottizzazione a Borgo Hermada con la “rigenerazione” dell’ex Consorzio Agrario trasformandolo in villette superaccessoriate per ricchi, o il progetto di rigenerazione dell’ATER con l’abbattimento delle vecchie casette denominate “Catacombe” a Via Leopardi, che molte famiglie hanno invece ammirevolmente ristrutturato e rese vivibili e gradevoli esteticamente, e tutto questo nonostante vi siano ancora molti problemi da affrontare e diverse indagini e sequestri per sospetti abusi edilizi su tutto il territorio, territorio dove infatti si possono notare diversi cantieri presumibilmente fermi, come quello del grande e visibile manufatto commerciale nell’area dell’Ex Concessionaria Nardoni, o le villette in stile cappelle mortuarie degli ex campi da tennis al Lido d’Ulisse, o un enorme manufatto a due piani in zona limitrofa a Riva delle Margherite, ad oggi entrambi sequestrati, sempre sulla strada Mediana o altri ancora su Via Terracina verso San Felice Circeo.
Alla data di oggi non si vede all’orizzonte nessun indirizzo in materia urbanistica, e neanche troppa vigilanza, eppure Terracina è stata spesso al centro di gravi e sospetti abusi edilizi con sequestri di cantieri milionari come quello dell’Ex-Proinfantia (lotto costiero pregiatissimo oggetto di una speculazione edilizia oggi a processo al Tribunale di Latina per lottizzazione abusiva), o dell’Ex-Corafa (lotto pregiato sull’Appia che ha purtroppo devastato il paesaggio terracinese con diversi rinvii a giudizio e attualmente dissequestrato per attuare le prescrizioni di ripristino del magistrato, avendo riscontrato eccesso di cubatura in base alle perizie) o altri strani progetti prima approvati e poi ritirati per risottoporli in altre forme più “accettabili”, come quello dell’Ex Villa Adrover, svenduta al privato con l’obiettivo di costruire altri costosissimi villini superaccessoriati per il nuovo Residence Adrover, utilizzando solo il lotto edificabile retrostante la villa su Via del Piegarello, con abbattimento di alberi secolari, progetto sul quale un anno fa gli uffici comunali sempre molto solerti hanno già autorizzato la rateizzazione dei versamenti per gli oneri di urbanizzazione (!), nonostante gli esposti e le denunce di Legambiente che è dovuta ricorrere perfino al Difensore Civico della Regione Lazio, o i quattro piani integrati di intervento (PRINT) in applicazione della legge regionale numero 22 del 1997 da 100.000 metri cubi in totale (pari ad un terzo del totale della cubatura con permessi a costruire approvati nel 2020 in tutta la Provincia di Latina!) e in variante alla strumentazione urbanistica vigente, presentati stranamente tutti alla vigilia delle elezioni amministrative del 2020 e attualmente fermi, interventi che dovrebbero contemperare l’interesse privato e quello pubblico, ma che, come ci hanno bene insegnato in questi anni gli accordi di programma della Zona del Calcatore, della ex Desco e del Parco Arene, non hanno mai garantito in questa città, i servizi per i cittadini.
Su tutti questi cantieri Legambiente ha avuto in questi ultimi anni un occhio molto attento e si è impegnata a fondo con una critica serrata alle delibere di attuazione della Legge regionale sulla Rigenerazione Urbana, accessi agli atti, segnalazioni, denunce, ricorsi al Difensore Civico Regionale, audizioni in Regione, interrogazioni al Consiglio Regionale e al Parlamento, e oggi è parte offesa riconosciuta dalla Procura di Latina e parte civile, già costituita o in fase di costituzione, nei processi scaturiti dalle indagini e dai sequestri.
L’impegno di Legambiente Terracina sul fronte dei sospetti abusi edilizi e sul demanio marittimo e sulla riduzione del consumo di suolo, è stato così indigesto alla passata Amministrazione, tanto che la Presidente del Circolo locale nel 2021 fu prima intimidita verbalmente durante un Consiglio Comunale in streaming e poi querelata dall’ex-Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica, successivamente indagato, arrestato e ora a processo, (querela dalla quale è stata poi pienamente prosciolta), e ha subito diversi attacchi sulla stampa da parte del partito di maggioranza relativa Fratelli d’Italia, il quale riteneva Legambiente Terracina così colpevole di quanto accaduto sul territorio in termini di sequestri e indagini, da consigliare all’allora Sindaco un intervento diretto presso la Procura accusandola, senza alcun timore di cadere nel ridicolo, di condizionare la polizia giudiziaria a fini associativi/politici.
Sono poi lontani i tempi degli Stati Generali dell’Urbanistica Terracinese (ai quali Legambiente non fu mai ammessa nonostante una espressa richiesta) annunciati come un “vaste programme” ma poi finiti in una bolla di sapone senza nessuna deliberazione o azione concreta, o quelli dell’altra grande presa in giro del piano di abbattimenti degli abusi edilizi, inventati entrambi dell’ex Vice Sindaco e Assessore all’Urbanistica proprio durante la turbolenta vicenda dell’Ex-proinfantia, forse per allontanare qualche sospetto, manovra non riuscita visto che lo stesso è oggi imputato nel processo scaturito dalla vicenda ex-Proinfantia e rinviato a giudizio per altre fattispecie di reati.
Per il Piano degli abbattimenti, l’Amministrazione in carica ha attualmente previsto nel Piano delle Opere triennale 2023-2025 circa un milione di euro per effettuare abbattimenti di immobili abusivi, mentre, contraddicendo pienamente a quanto inserito a piano, l’Amministrazione di Terracina non risponde nemmeno alla richiesta di accesso agli atti di Legambiente nazionale sulle ordinanze di demolizione di manufatti abusivi emesse dal 2004 al 2022, eseguite, non eseguite o trasmesse all’Ufficio del Prefetto, ai sensi dell’art 10bis della Legge n.120 dell’11 settembre 2020 (conversione in legge del DL semplificazioni), e i dati ricavabili per il Comune di Terracina sono solo quelli dal 2004 fino al 2018, assolutamente non aggiornati nonostante i vasti proclami del 2021, ovvero: 1617 ordinanze emesse, 328 ordinanze eseguite con demolizione e 7 immobili trascritti nel patrimonio comunale.
Risulterebbe molto strano dopo tutto quello che è successo negli ultimi tre anni a Terracina, e vista la continuità amministrativa e gestionale con il decennio precedente, pensare che davvero questa nuova Amministrazione voglia invece mettere in campo una azione di indirizzo complessivo sull’urbanistica cittadina, di modifica degli strumenti urbanistici adeguandoli al nuovo PTPR e alle nuove sensibilità ambientali, di individuazione e rimozione degli abusi, magari attuando una vera sinergia tra il Settore Vigilanza e i Lavori Pubblici, pubblicando per trasparenza sul sito comunale tutti gli interventi di demolizione, o magari attivandosi per dare finalmente una risposta e ordinare la demolizione delle cubature in eccesso e in spregio dei vincoli urbanistici del complesso edilizio, sequestrato da più di un anno, dell’ecomostro della “Ex-Corafa” o l’acquisizione a patrimonio e l’abbattimento dell’ecomostro della “ex Desco”, manufatto finito anni fa in un’imponente operazione della DDA di Napoli, che avrebbe visto la nascita di un complesso turistico/ricettivo, residenziale e sociale, esteso su 63mila metri cubi con due alberghi, un centro commerciale, un centro sociale e sessanta appartamenti per un valore economico allora di ben oltre 30 milioni di euro, rischio purtroppo non ancora sventato a causa della scattata prescrizione che ha fatto svanire purtroppo anche l’ipotesi di confisca dello scheletro immobiliare.
Tornando sull’abusivismo edilizio, il prezioso Rapporto presentato pochi giorni fa a Roma, predisposto dall’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente, denominato “Abbatti l’abuso 2023”, alla sua terza edizione ha ribadito che si fa fatica a demolire mentre cresce il numero delle ordinanze e, nonostante la legge, si fatica a dare ruolo e responsabilità ai prefetti restituendo il senso originario all’art. 10bis della Legge 120/2020.
Nel Lazio sono state emesse 18.090 ordinanze di demolizione di cui quelle eseguite sono 3.017, il 17,2% del totale. Al primo posto assoluto nazionale tra le province più virtuose c’è Rieti con ben il 41,8% degli abbattimenti, al 5º e 6º posto troviamo, Viterbo (25,1%) e Frosinone (22,7%), al 10º posto Latina (18,9%). Ultima nel Lazio è la Città Metropolitana di Roma, che si colloca al 17° posto con una percentuale di appena 14%.
“Terracina purtroppo è stata negli ultimi anni al centro di vicende urbanistiche molto pesanti, con indagini e sequestri di progetti e di lottizzazioni di impronta speculativa per un valore di centinaia di milioni di euro, ha avuto una Giunta commissariata per due operazioni di polizia #freebeach e #feronia, attualmente con indagini e processi in corso, e il nostro Circolo locale è stato sempre molto attivo con una elevata esposizione che è anche costata una querela da parte dell’Ex Vice Sindaco alla Presidente del Circolo locale, querela dalla quale è stata poi pienamente prosciolta.
Siamo parte civile nel processo ex Proinfantia attualmente in corso e parte offesa riconosciuta dalla Procura in un altro processo per abuso costiero che vedrà la prima udienza a fine novembre e dove ci costituiremo parte civile. Il Circolo di Terracina non è di certo mai stato solo ma supportato da tutti i livelli associativi, regionale, nazionale e dal CEAG (Centro di Azione Giuridica Legambiente) e continuerà ad essere supportato in tutte le meritorie azioni di denuncia.” dichiara Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio.
“A breve organizzeremo con Legambiente Lazio, proprio a Terracina, con il prezioso supporto del Centro di Azione Giuridica e dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente nazionale, un evento con un focus sugli abusi dei Comuni Costieri del Lazio, contenuti nel Report “Abbatti l’Abuso 2023”, come abbiamo già fatto per il Dossier Spiagge nazionale 2023 di Legambiente, presentato a Terracina a luglio scorso, proprio per sollecitare una presa di coscienza della Amministrazione e della cittadinanza oltre che sulle vicende demaniali anche su quelle edilizie.
Stiamo stati impegnati in molte delle iniziative di contrasto alla speculazione edilizia come dimostra la vicenda della mega-lottizzazione Ex-Proinfantia, oggi a processo presso il Tribunale di Latina con il Circolo parte civile, e della Ex Corafa, un vero e proprio ecomostro che ha deturpato per sempre l’ingresso a Terracina dalla Via Appia, escludendo la vista dell’intero centro storico e facendo diventare Terracina una periferia orribile come tante, un cantiere ormai sequestrato da un anno, e oggi ancora sotto indagine e con rinvii a giudizio richiesti dalla Procura, e siamo da sempre in prima linea per la verifica puntuale delle autorizzazioni rilasciate e per la demolizione di tutta la cubatura in eccesso, riportando l’altezza dei due ecomostri alle prescrizioni del PRG e dei PPE di zona.
Non molleremo di un centimetro nella difesa del nostro prezioso territorio già gravemente deficitario dal punto di vista della tutela paesaggistica ed ambientale e messo a ferro e fuoco, in questi anni, da una applicazione della legge regionale 7/2017 sulla Rigenerazione Urbana che a Terracina è stata e continua a essere devastante essendo stata applicata la possibilità di demolizione e ricostruzione con premio di cubatura e possibilità di cambio di destinazione d’uso senza alcun limite a tutta la città, ignorando al contrario gli articoli 2 e 3 della legge che riguardano la vera rigenerazione delle aree e dei quartieri degradati, e contrasteremo ogni tentativo di costruire insediamenti costosi, superaccessoriati, per pochi ricchi, e ribadiremo in ogni occasione i dati davvero preoccupanti sul consumo di suolo, sugli standard urbanistici, sul verde fruibile, sul dissesto idrogeologico o i dati sulla emergenza abitativa.
Inoltre continueremo a stimolare l’Amministrazione a potenziare la vigilanza urbanistica e il controllo del territorio e a non favorire nuove lottizzazioni private speculative, anche tenendo conto di quanto riportato nell’ultimo Rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia che vede l’edilizia e il demanio marittimo come le attività più lucrose per i clan e le famiglie mafiose radicate in provincia per obiettivi di riciclaggio, e dando invece priorità alla riqualificazione e al recupero del patrimonio edilizio esistente e dei quartieri e delle aree degradate e periferiche.” dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano”, Consigliere Nazionale dell’Associazione, Dirigente del Raggruppamento Guardie Ambientali e Zoofile Volontarie Legambiente della Provincia di Latina.
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