L’Abbazia benedettina di Farfa, un luogo magico nel verde della Sabina, si prepara alla candidatura ufficiale di patrimonio dell’Unesco.
Il consiglio comunale nella sua ultima seduta ha approvato all’unanimità l’accordo-quadro con altri 9 Comuni per candidare gli “Insediamenti benedettini alto – medievali” come patrimonio Unesco dell’Umanità. Ovviamente l’Abbazia benedettina di Farfa ne è una parte importante.
A darne notizia il quotidiano “Corriere di Rieti” che spiega come, almeno secondo i promotori, l’Abbazia sia pronta ad essere inserita nel prestigioso elenco delle opere tutelate dall’Unesco come patrimonio dell’intera Umanità.
Oltre al Comune di Fara in Sabina, hanno ratificato l’atto di candidatura anche altri comuni che ospitano sul loro territorio insediamenti benedettini.
Gli altri comuni a candidare i loro insediamenti sono: Cassino, Subiaco per il Lazio. Capua per la Campania, Castel San Vincenzo e Rocchetta al Volturno nel Molise, per la provincia di Torino ci sono Chiusa di San Michele e Sant’Ambrogio di Torino. Per la Lombardia troviamo Civate e chiude l’elenco Genga nelle Marche.
Ogni Comune, poi, si farà carico di sensibilizzare la propria Regione di appartenenza creando una rete di scambio per l’intero sistema culturale – turistico fino alla realizzazione di un sentiero reale e virtuale che colleghi i vari luoghi Benedettini.
La storia della fondazione di Farfa è a metà tra storia e religione. Secondo la versione religiosa fu proprio la Vergine Maria a dire a San Tommaso di Moriana “Iste est quem tibi promiseram locus” (Questo è il luogo che ti avevo promesso) indicando il luogo dove sorgevano le rovine dell’antica Abbazia distrutta dai Longobardi.
La fondazione di Farfa risale storicamente al 560 dopo Cristo, da parte di Lorenzo Siro, giunto dalla Siria con la sorella Susanna per fare apostolato in Sabina. Divenne Vescovo ma rinunciò alla carica per dedicarsi alla fondazione dell’Abbazia di Farfa.
Al momento della morte di San Lorenzo, avvenuta verso la fine del VI secolo, il monastero ebbe a soffrire la completa devastazione e l’abbandono per il sopraggiungere dei Longobardi, ma San Tommaso da Moriana, monaco proveniente dalla Savoia, a seguito di una visione della Madonna avvenuta presso Gerusalemme, riuscì a ritrovare i resti del luogo.
San Tommaso morì nel 720, dopo quarant’anni di reggenza del monastero farfense e proprio li fu sepolto.
Da qui in avanti moltissimi eventi storici hanno coinvolto l’Abbazia. Dal 1928 è Monumento Nazionale.
*Foto dal sito ufficiale dell’Abbazia di Farfa
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