Cronaca

“Abito”, l’atelier della solidarietà dove entri, scegli il tuo vestito e non devi pagarlo

Un piccolo negozio accoglie ogni giorno chiunque si trovi in difficoltà economiche e abbia bisogno di abiti per sé o per la propria famiglia. Si chiama “Abito” ed è un progetto dell’Organizzazione di volontariato San Vincenzo de Paoli, a Torino. “Abito” non è solo un emporio, ma un’iniziativa che punta a restituire dignità e calore a chi è stato colpito dalla crisi economica e dalle difficoltà della vita. Si presenta come un vero e proprio atelier di moda, con un’atmosfera accogliente e discreta, dove le persone possono scegliere gli indumenti che preferiscono, senza doversi preoccupare di pagarle.

Un rifugio per chi è in difficoltà

Non solo senzatetto: “Abito” si rivolge a una varietà di persone con storie diverse. Sempre più spesso, varcano la sua soglia anche famiglie con bambini piccoli, persone che fino a qualche anno fa non avrebbero mai pensato di trovarsi in difficoltà economiche. Solo nel 2023, più di tremila persone hanno usufruito del servizio offerto da questo negozio speciale, con oltre mille famiglie che, tra problemi di lavoro e spese sempre più difficili da sostenere, hanno trovato in “Abito” un sostegno concreto.

Per molte persone, la ricerca di vestiti può essere motivo di vergogna o di disagio. Le difficoltà economiche portano spesso con sé un senso di perdita della dignità, soprattutto per chi non era abituato a chiedere aiuto. Ma l’idea dietro “Abito” è proprio quella di offrire uno spazio sicuro e accogliente, dove ogni persona possa sentirsi rispettata e accolta.

L’esperienza di entrare in un “atelier della dignità”

A differenza delle strutture tradizionali di carità o di donazione, “Abito” è stato concepito per assomigliare a un negozio di moda. Gli scaffali sono ordinati e gli indumenti sono esposti con cura, come in una piccola boutique. Questo dettaglio è fondamentale, poiché permette a chi entra di vivere l’esperienza di fare acquisti in un negozio, contribuendo a contrastare il senso di vergogna e disagio che spesso accompagna chi si trova in situazioni di necessità. Chiunque entri è accolto dai volontari della San Vincenzo de Paoli, che offrono consigli e assistenza con cortesia e discrezione, permettendo alle persone di scegliere liberamente ciò che fa al caso loro.

La libertà di scelta è un elemento chiave: poter decidere cosa indossare significa anche riappropriarsi di un senso di controllo sulla propria vita. “Abito” restituisce a chi è in difficoltà una parte di normalità, quella che molte persone perdono in momenti di crisi. Spesso, le persone che si trovano a varcare la soglia di questo negozio hanno storie di dignità ferita, e sapere di poter scegliere un abito senza dover giustificare la propria situazione rappresenta un sollievo importante.

La solidarietà di Torino per i “nuovi poveri”

L’iniziativa è anche una risposta a un fenomeno sociale che negli ultimi anni ha visto l’aumento di quello che è stato definito il “nuovo popolo dei poveri”. Sempre più famiglie e persone, anche quelle che prima non avevano mai sperimentato difficoltà economiche, si trovano ora a dover far fronte a spese che diventano insostenibili. La pandemia prima e l’inflazione poi hanno messo in crisi molti settori e famiglie, creando situazioni di fragilità in strati della popolazione un tempo considerati “al sicuro”.

“Abito” si è dimostrato un faro di speranza e umanità per questo nuovo bisogno collettivo. La crescente richiesta è una testimonianza dell’importanza di iniziative che non solo rispondano ai bisogni materiali, ma lo facciano in un modo che rispetti la dignità delle persone. Oltre ai vestiti, “Abito” offre anche un’occasione di interazione, un momento di ascolto, uno spazio per scambiarsi sorrisi e parole di conforto. I volontari creano una rete di supporto e accoglienza, dimostrando ogni giorno come la solidarietà possa fare la differenza.

Come contribuire

Per sostenere il progetto “Abito”, le donazioni di abiti e accessori sono fondamentali. Chi desidera contribuire può donare capi in buone condizioni, che saranno poi distribuiti a chi ne ha bisogno. Le donazioni sono accolte con cura, poiché l’obiettivo è quello di mantenere un ambiente piacevole e ordinato, in linea con la filosofia di un “atelier della dignità”.

Un modello da estendere a Roma e in tutta Italia

“Abito” rappresenta una straordinaria iniziativa di inclusione e supporto, capace di cambiare la vita a chi si trova in difficoltà. Il suo successo solleva una speranza per il futuro: che questo modello possa diffondersi anche in altre città italiane, a partire da Roma, dove l’esigenza di iniziative simili è particolarmente sentita.

In un periodo in cui sempre più persone si trovano a fronteggiare situazioni di difficoltà economica, spazi come “Abito” possono diventare un punto di riferimento per migliaia di individui e famiglie. L’auspicio è che questa esperienza torinese, costruita su valori di rispetto e dignità, possa ispirare altre città italiane a sviluppare progetti analoghi, creando una rete di “atelier della solidarietà” in grado di dare supporto concreto ai nuovi poveri in ogni angolo del Paese.

Mariagloria Fontana

Scrittrice e giornalista. Laurea magistrale in Storia e Critica del Cinema. Consegue il Master in Giornalismo e Comunicazione Pubblica all'Università di Tor Vergata di Roma. Nel 2017 pubblica il suo primo romanzo "La Ragione era Carnale" (Armando Curcio editore). Ha scritto per "Il Fatto Quotidiano", "MicroMega", "Viaggi del Corriere della Sera", "Huffington Post", "Affaritaliani". È stata fondatrice e direttrice del sito femminile di costume "Le città delle donne". Ha un programma di libri, "Affari di libri", in cui intervista gli scrittori in onda sulla emittente radiotelevisiva "Radio Radio".

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