La neve ha raggiunto molte zone del Lazio. E’ scesa nelle zone montane ma anche in pianura. La neve è un elemento naturale che quando si manifesta porta sempre un po’ di allegria nell’animo dell’uomo, sia nei piccoli che negli adulti. Non tutti però festeggiano al suo arrivo, quando si posa al suolo.
“Sarà pure bella la neve, un fenomeno naturale simbolo di gioia e serenità. Ma qui, nelle Sae (soluzioni abitative di emergenza), ci sono quasi due metri di neve. Queste dovevano essere strutture provvisorie, fabbricati estivi diciamo. Di certo non sono idonei per reggere temperature che in questi giorni sono sotto lo 0. Dopo il terremoto, qui è rimasto quasi tutto com’era”.
Sono le parole di un esule del sisma del 2016, uno sfollato residente ad Amatrice (Ri). Sono circa 41mila gli sfollati, mai rientrati nelle loro case; è stato recuperato il 3% delle 80mila case inagibili.
La neve sta mettendo a dura prova la tempra delle popolazioni terremotate. I tetti delle casette d’emergenza (Sae) rischiano di cedere sotto il peso della neve di questi giorni. Gli abitanti dei moduli abitativi sono costretti a salire sui tetti per spalare le masse nevose.
L’accumulo di neve e ghiaccio sui tetti piatti potrebbe provocare crolli. Si capisce quanto rischiosa possa essere la rimozione. Oltre alle copiose nevicate i terremotati devono fare i conti con la mancanza di acqua calda, di corrente elettrica, i continui blocchi delle caldaie inadatte a stare all’esterno.
D’inverno quando la temperatura scende sotto i 10 gradi, queste apparecchiature gelano e smettono di funzionare, con tutto quello che ne consegue. Diversi anziani sono costretti a riscaldarsi con le borse di acqua calda. La luce, stando alle testimonianze raccolte, è andata via in alcune frazioni di Amatrice da diversi giorni, da quando sono iniziati temporali e nevicate.
Dopo quattro anni di esistenza all’interno delle casette gli abitanti di Accumoli e Amatrice possono affermarlo con certezza: le Sae si sono rivelate inadeguate al clima montano.
Ma com’è possibile che nessuno intervenga? che oltre ai problemi cui sono costretti a convivere dal terremoto, persiste un assoluto disinteresse da parte dello Stato?
“Qui di politici non si vede più nessuno dal 24 agosto. Ogni anno, vengono per la classica passerella e i soliti proclami del tipo ‘non vi abbandoneremo, non sarete lasciati soli’. Squallide promesse mai mantenute – recrimina il terremotato di Amatrice – la realtà è che siamo stati abbandonati. Si fosse fatto vivo qualcuno”, conclude con amarezza.
Abbandonati dallo Stato, ma lo Stato siamo anche noi che non siamo stati toccati dal dramma del terremoto, non possiamo tirarci fuori; pure noi non facciamo niente per intervenire, per rendere la vita dei nostri sfollati più agevole di quella che affrontano da quattro anni.
Se siamo disinteressati al dramma che stanno vivendo le popolazioni terremotate è più probabile che lo sarà anche lo Stato, se invece ci facciamo carico dei loro pesi, manifestiamo i loro bisogni, le difficoltà quotidiane che attraversano, sarà più probabile che lo Stato intervenga.
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