Categorie: Cronaca

Accumoli: “Vergognoso accusare chi ha fatto le foto nel cimitero”

In merito all'articolo pubblicato ieri, riguardante le foto scattate nella zona rossa e nel cimitero di Accumoli da alcuni privati cittadini e ai presunti episodi che avvengono nelle frazioni, pubblichiamo il punto di vista di quanti non si riconoscono nella tesi esposta. Il nostro servizio ha scatenato reazioni contrastanti e non poteva essere altrimenti, viste le considerazioni. Una parte di cittadini le ha appoggiate, un'altra le ha condannate e dunque, per par condicio, riteniamo opportuno evidenziare anche il punto di vista di coloro che si sono sentiti ingiustamente accusati.  

Sulla questione inerente alcune persone che si recherebbero nelle proprie case, nonostante i divieti, a prelevare non solo i propri oggetti, ma anche quelli altrui, in molti sono rimasti indignati. A molti ha dato fastidio il fatto di lanciare accuse gratuite a tante persone che, colpite da un enorme disgrazia, si recano in ciò che rimane delle loro abitazioni per cercare di salvare il salvabile e si vedono costrette anche a subire infamanti accuse come quella di sciacallaggio, per giunta da parte di concittadini.

Ma sui social network l'argomento più dibattuto è stato quello delle foto all'interno del cimitero. In molti non hanno esitato a definire il nostro articolo vergognoso, in quanto contenente argomenti falsi e calunniosi. Queste sono alcune delle considerazioni più significative: "Il problema non è la presenza di persone che legittimamente entrano nelle proprie case per recuperare i ricordi di una vita, il problema è lo stato vergognoso in cui si trova il cimitero. Reputo assolutamente indispensabile che la gente vada, s'informi di persona, posti e condivida sui social lo stato di incuria e degrado nel quale versa il nostro cimitero. Credo che ci sia un errore madornale di prospettiva nella denuncia pubblicata. E anche una celata diffamazione: come si fa ad affermare che chi va nelle proprie case faccia opera di sciacallaggio delle case altrui? bisogna stare attenti a quello che si scrive".

"È vero, qualcuno è entrato ad Accumoli per fotografare i cimiteri, e allora? Quel qualcuno è andato per conto di molti che non riuscirebbero a entrare perché il paese è un cumulo di macerie. Quel qualcuno è andato sul posto per cercare di sincerare i tanti che chiedevano informazioni sui propri defunti. Quel qualcuno è andato a rischiare il suo culo per tenere informata la sua comunità. Se proprio si vuol parlare di cimiteri e fotografie, per una volta si trovasse un po’ di coraggio e si  chieda alle autorità preposte perché, vista la condizione in cui versano, non è stato fatto ancora nessun controllo igienico-sanitario e nessuna opera di messa in sicurezza dei camposanti e delle bare di tutto il territorio coinvolto dal terremoto del 24 agosto. Ecco, se proprio dovete parlare, usate altre argomentazioni".

"Al di là della questione l'accertamento delle condizione degli immobili esiste una bellissima cosa chiamata memoria storica. Nei giorni successivi al sisma del 24 agosto io stesso ho documentato le condizioni di varie frazioni tra cui Illica, Terracino, San Giovanni e Villanova. C'è da vergogaresene? Assolutamente no. Anzi, sono più che felice di aver impresso su pellicola ciò che quando tutti noi che questo evento lo abbiamo vissuto ce ne saremo andati nessuno potrà vivere, per ricordare in via eterna cosa può accadere e come limitarne i danni".

Tanti cittadini non hanno esitato, dunque, a parlare di falsità gratuite e diffamazione. Alcune delle persone che hanno scattato foto nel cimitero sono intervenute in prima persona su Facebook per esporre il proprio punto di vista, criticando il nostro giornale per aver raccolto il parere di persone che scrivono falsità e che godono di bassa considerazione.

Vi è un misto di rabbia e amarezza, in quanto coloro che hanno effettuato le contestate foto lo hanno fatto per venire incontro alle richieste di tanti cittadini che chiedevano informazioni sullo stato dei loculi dei propri cari, e dunque per svolgere un utile servizio. Alcuni, comprese anche le persone che avevano chiesto le foto, si sono poi risentite per il fatto che alcune immagini siano state pubblicate su Facebook. Se questo è avvenuto è stato soltanto per un'esigenza pratica, visto che erano decine di persone a chiedere le foto e, vista la difficoltà nel rispondere privatamente, sono state postate sui social network.

Una decisione che ad alcuni non è piaciuta e ha scatenato l'aspra polemica, dai toni molto aspri.

Redazione

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