La già complicata storia dello sfratto del Caffè Greco, ora prende anche la piega della discriminazione antisemita.
Il proprietario dell’immobile, l’Ospedale Israelitico, si prepara a denunciare i gestori dello storico caffè per odio razziale, dice Bruno Sed, presidente dell’Ospedale Israelitico.
Sulla pagina Facebook del bar di via Condotti sono comparsi post di questo tenore “Se la gestione del Caffè Greco dovesse passare ai Sionisti, allora si dovrà includere anche questo locale nel boicottaggio contro Israele”.
Pare che l’amministrazione social non solo non abbia tempestivamente condannato le dichiarazioni fatte, ma secondo alcuni organi pare addirittura le fomenti, incitando a ostacolare le attività Israeliane, infatti sotto i controversi post è comparso anche il link “bdsitalia.org”, sito del settore italiano del movimento per il boicottaggio e il disinvestimento contro Israele.
La replica “Stia tranquillo, noi siamo proprietari e anche fieramente gestori. Non succederà mai.”
E così a una vicenda legale intricata e discussa, si aggiunge la questione razziale e la polemica tra fazioni legate alla geo-politica di un Medioriente che non trova pace.
Eppure c’è da distinguere tra antisionismo e antisemitismo, che va condannato sempre e senza esistazioni:
l’antisionismo è infatti il movimento che si contrappone al sionismo, fondato nel 1987 e volto alla costituzione di uno Stato nazionale ebraico. L’antisionismo non ritiene politicamente ed eticamente legittima la costituzione di uno stato d’Israele sui territori palestinesi occupati, mentre l’antisemitismo è un atteggiamento razzista, che punta sui pregiudizi contro la popolazione ebraica fino a incentivare persecuzioni e violenze a danno di ogni singolo indivuduo di religione ebraica. L’antisemitismo deve dunque sempre e comunque essere condannato e denunciato.
L’antisionismo pone delle obiezioni politiche a riguardo dell’occupazione israeliana della Palestina, mentre l’antisemitismo alimenta l’odio etnico e si rifà spesso a ideologie di matrice nazista.
Lo Stato d’Israele ha come capitale Gerusalemme, non riconosciuta dalla maggior parte dei paesi membri dell’ONU.
Insomma occorre differenziare, non per fare sofismi o cavilli linguistici, ma per non strumentalizzare una questione così importante e drammatica, nella furia di accuse che giocano sulla confusione tra termini e intenti.
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