Acqua pubblica, sindaci diffidati non mollano
Incontro ad Arsoli dei sindaci della Valle dell’Aniene: chiesto vertice con Zingaretti e Refrigeri
I sindaci della valle dell’Aniene, e non solo, non mollano, piuttosto rilanciano. E’ scontro aperto ormai sulla diffida, con tanto di minaccia di commissariamento, inviata dalla Regione Lazio a consegnare il servizio idrico ad Acea. Nella giornata di sabato i primi cittadini “dissidenti” si sono incontrati ad Arsoli, proclamando lo stato di agitazione e chiedendo un incontro al Presidente Nicola Zingaretti e all’assessor Regionale alle Infrastrutture, Fabio Refrigeri.
Con l’adesione del “Forum italiano dei movimenti per l’acqua” e del “Coordinamento enti locali per l’acqua bene comune” si sono riuniti sabato i sindaci dei seguenti comuni: Agosta, Arsoli, Canale Monterano, Capena, Morlupo, Cerreto Laziale, Corchiano, Labico, Roviano, Trevi nel Lazio e Paliano. Oltre alle cittadine della valle dell’Aniene hanno appoggiato la protesta anche realtà importanti come Cassino, Ladispoli e Civitavecchia.
I sindaci chiedono innanzitutto il rispetto della legge regionale n°5/2014 "Tutela, governo e gestione pubblica delle acque" . Per tale ragione – osservano i primi cittadini – essendo una legge approvata all’unanimità un anno fa dal Consiglio Regionale, la diffida inviata dalla stessa Regione Lazio appare paradossale. Tale legge prevede che sia la Regione a individuare gli ambiti di bacino idrografico e, al fine di costituire formalmente le Autorità di detti ambiti, ad essa spetti il compito di disciplinare le forme e i modi della cooperazione fra gli enti locali e le modalità per l’organizzazione e la gestione del servizio idrico integrale. I sindaci dissidenti chiedono pertanto la mera applicazione di una legge già esistente e sollecitano l’interruzione della diffida e l’individuazione degli ambiti di bacino.