Categorie: Cultura

Ad Artena alunni e A.N.VG.D. uniti nel ricordo di tante vittime

Il 10 febbraio è stato scelto come ‘Giorno del ricordo’ della tragedia degli Italiani gettati nelle foibe e dell’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati dalle loro terre. Si è scelta questa data perché proprio in quel giorno, a Parigi, nel 1947, fu firmato il trattato di pace che cedeva definitivamente la Venezia Giulia, l’Istria e la Dalmazia alla Jugoslavia. All’ex Granaio di Artena, a ricordo di tale data, nella mattinata di lunedì 8 febbraio  si è tenuto un convegno tenuto dall’ A.N.VG.D con la partecipazione delle scuole Serangeli (3^B- 3^ C) e De Gasperi (3^B), coordinato da Vito Notarfonso.

Dell’A.N.VG.D. di Latina (acronimo di Associazione Nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia) erano presenti  il Presidente Benito Pavazza, il vice Piero Simoneschi ed il consigliere Ottavio Sicconi. Dopo l’inno di Mameli, a prendere la parola è stato il primo cittadino, il Dott. Felicetto Angelini il quale ha ricordato gli eventi commemorativi in Artena  dal 27 gennaio al 10 febbraio: la giornata della shoah, la commemorazione delle vittime del bombardamento nella chiesa di Santa Maria, il ricordo delle foibe, tragedia, quest’ultima,  che per tanto tempo è stata ignorata. Rivolgendosi ai ragazzi ha ribadito il rispetto per se stessi e per la società, non dimenticando gli orrori del passato affinché mai più si ripetano.  

L’Ass. Alessandra Bucci si è detta soddisfatta di aver coinvolto le scuole perché non venga mai meno l’amore per la patria. Poche, ma sentite le parole di Pavazza: “ Sul monumento di Latina, dedicato alle foibe, è scritto ‘silenziosi parlano’; ciò ci deve far riflettere nel commemorare quelle vittime”. Notarfonso ha delineato, servendosi di foto storiche, le vicende che portarono alla perdita della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia e la dislocazione delle foibe, inghiottitoi carsici profondi centinaia di metri come quella di Basovizza dove furono gettati, talvolta ancora vivi, migliaia di Italiani, civili e militari, trucidati dai Titini. Nel 1992 il Presidente Scalfaro dichiarò la foiba di Basovizza monumento nazionale.- Anche ad Artena  vi è un  inghiottitoio carsico- L’attore Valerio Macellari ha letto un racconto tratto dal lavoro teatrale di Simone Cristicchi, rappresentato a Colleferro, dal titolo ‘Magazzino 18’.

Grande la commozione nel sapere che gli esuli, malvisti dagli stessi connazionali, arrivando al porto vecchio di Trieste, vi accatastarono, nel magazzino 18, tutte le masserizie che si erano portate dietro: mobili, libri, strumenti di lavoro, insegne di botteghe, ogni oggetto che potesse essere riutilizzato in patria. Invece rimasero per anni nei campi profughi, dormendo su pagliericci, nella più grande indigenza ed indifferenza. Il vice Simoneschi ha parlato di ben 109 campi, sorti in Italia alla fine della guerra. Toccante la testimonianza di Sicconi che ebbe come insegnante Norma Cossetto, stuprata da 20 Titini prima di essere uccisa, a 23 anni presso la foiba di Villa Surani. Erano 11 quando arrivarono al campo profughi di Latina, malvisti, come gli altri esuli,  perché ritenuti fascisti  e vi rimasero fino al 1955: sono sopravvissuti in due.

Dopo l’intervento del consigliere Armando Conti che ha rimarcato la disinformazione dei libri scolastici su una così immane tragedia, sono seguite le letture dei temi svolti dagli alunni, contenenti commenti ricchi di pathos. Da ultimo, è intervenuta la Dirigente, Dott.ssa Daniela Michelangeli  che ha ringraziato docenti ed alunni, mettendoli in guardia sui pregiudizi nei confronti dei diversi: ogni idea senza il supporto della verità non va condivisa. Al termine dell’evento l’Amministrazione ha donato una targa all’A.N.VG.D.

Redazione

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