Addio Assegno di Inclusione: manda questa e-mail o lo perdi per sempre | Ti rimane pochissimo tempo
Attenzione, se non mandi questa mail potresti perdere per sempre l’Assegno di Inclusione. Ecco cosa devi fare
Dopo il Reddito di Cittadinanza, l’Assegno di Inclusione entrato in vigore il 1 gennaio 2024, ha preso ufficialmente il suo posto andando a rappresentare un importante sostegno economico per cittadini più bisognosi consentendo loro l’ inclusione sociale e professionale.
Come è noto, per aver accesso a tale agevolazione sono richiesti dei requisiti ben precisi sia di natura economica ma anche personale come la residenza o la cittadinanza.
La normativa in ogni caso, ha stabilito che l’Assegno di Inclusione per essere fornito, devono essere rispettati altri obblighi al fine di mantenere il diritto al beneficio.
Uno degli adempimenti riguarda proprio la comunicazione che se non eseguita fa perdere per sempre tale agevolazione. Scopriamo di cosa si tratta nei prossimi paragrafi.
Assegno di Inclusione, obblighi da rispettare
A causa di diverse situazioni, può capitare infatti che avvenga la perdita dell’Assegno di inclusione spesso anche per errori commessi in buona fede. Tuttavia, “la legge non ammette ignoranza” perciò non è ammessa nessuna giustificazione del tipo “non lo sapevo”. Anche nell’Assegno di inclusione è valida la stessa regola e può essere sospeso d’ufficio qualora uno dei componenti del nucleo familiare non comunica o dimentica di farlo l’avvio di una attività di lavoro dipendente. Dopo tre mesi scatta la decadenza della prestazione. A renderlo noto è stato proprio l’INPS attraverso il messaggio n. 3624/2024 in cui spiega di aver avviato i controlli da giugno 2024, anche in presenza di pagamenti già avvenuti.
Nello specifico, l’ente chiarisce che il componente deve comunicare il reddito derivante dalla nuova attività, entro 30 giorni dall’assunzione – la data è indicata nella CO presentata dal datore di lavoro e da cui l’Inps attinge l’informazione – attraverso il modello “ADI-Com Esteso” utilizzabile dal 18 marzo. L’adempimento è necessario anche nel caso in cui ci sia l’avvio di percorsi di politica attiva che prevedano indennità o benefici di partecipazione o di accettazione di offerte di lavoro anche di durata inferiore a un mese. Fanno eccezione dei tirocini d’inclusione sociali. Il maggiore reddito da lavoro entro i 3.000€ lordi annui non incide sulla misura dell’Adi. Nel caso in cui dovesse superare tale soglia, la parte eccedente ridetermina il sussidio Adi dal mese successivo a quello di variazione dell’occupazione e fino a quando il maggiore reddito non è recepito nell’Isee.
Sospensione dell’Assegno di Inclusione
L‘INPS spiega inoltre che qualora sia decorso il termine di trenta giorni dall’avvio dell’attività e non sia stata presentata nessuna comunicazione da parte del lavoratore, il beneficio verrà sospeso fino a quando non sarà eseguito tale obbligo. In ogni caso non può superare tre mesi dall’avvio dell’attività, i quali una volta trascorsi, diritto alla prestazione decade.
Se la famiglia provvede nei tempi e presenta il modello “Adi-Com Esteso” prima che la prestazione sia posta in decadenza (cioè entro tre mesi dall’avvio dell’attività) oltre alla riattivazione del sussidio spetteranno anche le mensilità arretrate maturate durante la sospensione.