Adeguamento Istat, come si applica
Avv. Paolo Cotronei
L'adeguamento Istat è un meccanismo di rivalutazione su base annua del costo della vita.
Quest'ultimo è rappresentato dal cambiamento dei prezzi dei beni (quasi sempre in aumento) che dipende da alcuni fattori quali la disponibilità delle materie prime, eventuali dazi ecc.
Il calcolo dell'andamento del costo della vita, in Italia, è affidato all'Istituto Nazionale di Statistica, il cui acronimo è appunto ISTAT.
L'istituto raccoglie i dati necessari per la elaborazione degli indici attraverso ricerche e censimenti e questi vengono utilizzati dai mezzi di informazione e dal Governo.
Su cosa si paga l'adeguamento Istat
I principali ambiti di applicazione dell'ISTAT sono l'assegno di mantenimento (in materia di diritto familiare), il canone di locazione, la rendita INAIL e la pensione.
L'adeguamento Istat del canone di locazione, in particolare, è quello che più di ogni altro pesa sulle tasche della popolazione, essendo elevata la percentuale di coloro i quali vivono in affitto.
La richiesta di adeguamento Istat annuale, che va a modifcare l'importo del canone locativo, spetta al proprietario che deve avanzarla per iscritto. Ove questo non avvenga il proprietario dell'appartamento perde il diritto all'adeguamento e successivamente non può chiedere arretrati a tale titolo.
Adeguamento al 75% o al 100%?
L'adeguamento sul canone di locazione cambia a seconda del contratto. Per chi ha stipulato un contratto concordato, il tipico 3+2, la legge prevede un adeguamento annuale al 75% della rivalutazione Istat.
Per chi invece ha stipulato un contratto libero, 4 + 4 anni, l'aumento Istat applicabile è pari al 100% della rivalutazione.
Per le locazioni ad uso diverso dall'abitazione (uffici, negozi, depositi, box auto) l'adeguamento annuale, salvo contratti superiori a 6 anni, rimane fissato al 75%.
Le variazioni Istat vengono pubblicate di mese in mese nella Gazzetta Ufficiale.
Avv. Paolo Cotronei