Atac e tutto il TPL (Trasporto Pubblico Locale) continua a umiliare l’utenza offrendo un disservizio che aumenta ogni giorno. In un momento, anzi ormai un’epoca, nella quale l’emergenza sanitaria obbliga tutti a una riorganizzazione della propria vita. Anche le aziende, fornitrici di servizi di trasporto pubblico, dovrebbero ormai rendersi conto dell’enorme problema.
Hanno avuto più di un anno per rivedere e riorganizzare l’intera rete ma in verità hanno fatto ben poco. Anzi hanno ulteriormente indebolito e peggiorato un servizio già insufficiente, frutto di gestioni a dir poco scellerate. Il risultato finale è quello di avere:
•Bus e tram affollati oltre il canonico 80%
•Linee soppresse
•Corse saltate per cause ingiustificabili e ingiustificate. •assenteismo dilagante e atteggiamenti provocatori del personale, sempre mal disposto a dare indicazioni e spiegazioni.
•Numerosissimi guasti e incendi causati da manutenzioni programmate disattese.
•Stazioni metro chiuse o abbandonate al proprio destino. •scale mobili e ascensori non funzionanti.
Una situazione davvero inaccettabile, soprattutto per quella parte di utenza che ha problemi di mobilità ridotta e che invece dovrebbe essere più tutelata e servita nella maniera migliore.
È un tema caldo quello dei trasporti pubblici, inefficienti e carichi oltre il limite consentito, che preoccupa i cittadini anche per l’alto rischio di essere contagiati. In queste condizioni non basta mettere la mascherina, si sta troppo vicini e il distanziamento fisico non è garantito. Il management non esce allo scoperto, è lontano anni luce dalle problematiche evidenziate dall’utenza italiana e straniera, fino a mostrare cattiva volontà nell’ascoltare le ragioni dei viaggiatori.
Ossia di tutti quelli che prendono bus, tram, metro e treni perché non possono permettersi altro. Dire che gli assembramenti sono frutto di “percezione” è l’esatto contrario di ogni reale evidenza. I vertici delle aziende in questione, amministratori di Atac, anziché pontificare dalle loro comode stanze, dovrebbero andare tra la gente. Viaggiare con i pendolari, nelle ore di punta e anche durante i servizi notturni. Comprenderebbero la situazione molto meglio di quanto credono di saperne attraverso la relazione di qualche addetto, frutto di evidenti convenienze di parte.
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