Affari e monnezza, Roma come Gotham City: gli incendi di Malagrotta e il magistrato denunciato

Intervista senza freni all’Avv. Giancarlo Germani che ha denunciato due pubblici ufficiali, di cui uno è un magistrato inquirente

Discarica di Malagrotta a Roma

Discarica di Malagrotta (Roma)

Non c’è giorno in cui l’opinione pubblica non debba assistere al durissimo scontro tra Governo e alcuni magistrati, vuoi per l’annoso quanto irrisolto fenomeno degli immigrati clandestini, vuoi per alcune inchieste “mono-partisan” (o per meglio dire a senso unico) che vedono coinvolti i quadri dirigenziali dello schieramento di Destra-Centro.

Ciclo dello smaltimento rifiuti a Roma

Involontariamente “sdoganata”, (suo malgrado), nel 2021 dal libro dell’ex toga Luca Palamara (ndr: IL SISTEMA edito da Rizzoli), una fetta importante della Magistratura non fa più mistero del proprio pensiero politico, né si sottrae al confronto, quasi fosse una controparte istituzionale, palesando pubblicamente i propri desiderata.

Ormai questa è una consuetudine che in altri tempi alcuni avrebbero potuto definire come “sovversiva”. Uno scontro a tutto campo che ha fatto comprendere come i magistrati tramite l’esercizio della giurisdizione e dell’azione penale possano incidere pesantemente sulle sfere fondamentali della vita pubblica, e non solo su quelle riguardanti le figure apicali della Politica nostrana.

Accade così che a Roma nel silenzio generale, da oltre 6 anni, i Giudici si trovino a gestire di fatto un settore vitale per la Capitale come il ciclo dello smaltimento dei rifiuti.

Nel luglio del 2018 infatti il Gip del Tribunale Penale di Roma, Dott. De Robbio, disponeva il sequestro penale preventivo degli Impianti dell’Avv. Manlio Cerroni a Malagrotta, due “TMB” che, insieme con altri due di “Ama” (Azienda Municipale Ambiente) SpA, costituivano l’intera impiantistica di smaltimento dei rifiuti romani. Sino ad allora gli impianti al servizio della “discarica” di Malagrotta erano considerati da tutti un gioiellino del quale l’Avv. Cerroni andava fiero.

La discarica di Malagrotta

Lo stesso Cerroni non avrebbe mai immaginato che alla veneranda età di 97 anni quegli stessi impianti gli avrebbero procurato nel Luglio di quest’anno una condanna in primo grado a 6 anni e 4 mesi per aver “cagionato un disastro ambientale consistente nell’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema (suolo, sottosuolo, flora)” e “una offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione (la discarica si estende su una superficie di circa 160 ettari) e per il numero delle persone offese o esposte a pericolo”

Durante l’indagine gli impianti furono affidati, in regime di Amministrazione Giudiziaria, al Dott. Luigi Palumbo, già Commissario a Malagrotta nel 2017, che nell’aprile di quello stesso anno non aveva indugiato ad encomiare i tecnici del “Tmb2”, poiché avevano evitato un incendio nell’impianto, agendo con preparazione e maestria nei 15 secondi necessari per intervenire.

Tale encomio però avrà un clamoroso effetto boomerang per gli otto tecnici del “Tmb” che, forse proprio per la loro attitudine a prevenire e a gestire gli incendi negli impianti (cosa che avevano sempre fatto con successo dal 2009 al 2018), vennero poi licenziati tutti insieme il 1 ottobre 2018 per decisione dell’Amministratore Giudiziario che asseriva costituissero una pericolosa associazione a delinquere, ventilando la possibilità che essi potessero addirittura far saltare in aria gli impianti.

I tecnici del Tmb di Malagrotta

A prendere le difese dei tecnici, prima allontanati e poi inquisiti dall’Autorità Giudiziaria, sarà l’Avv. Giancarlo Germani, legale che avevamo intervistato nell’ambito di una nostra inchiesta del 2023 sull’incendio della discarica di Malagrotta del 16 Giugno 2022, che aveva provocato la diffusione di una nube tossica molto estesa in tutta l’area circostante.

L’Avv. Germani nel corso dell’intervista faceva presente che il 2 ottobre 2018, l’Amministratore Giudiziario, dopo aver allontanato i suoi assistiti dal sito di Malagrotta, richiamava in servizio presso gli stessi impianti un ex dipendente, che si era dimesso da “capo impianto” per sua ammissione a tutela della “propria ed altrui incolumità”.

Lo stesso “capo impianto” per mesi aveva inviato all’Azienda certificati della Asl di Viterbo attestanti i suoi seri problemi psichiatrici al punto che, ritenuto inidoneo a fare il capo impianto, era stato messo a spazzare i piazzali di Malagrotta in modo da non poter recare danni sia a se stesso, sia ai colleghi, sia agli stessi impianti.

L’Amministratore Giudiziario invece, lo richiamava appositamente per affidargli nuovamente il delicatissimo incarico di “Capo Impianto”. Incarico, che per legge, deve riguardare solo persona avente competenza specifica sulla prevenzione degli incendi.

Ancor più eclatante l’epilogo della vicenda che ha visto in questi giorni l’Avv. Germani sporgere denuncia-querela sia nei confronti dell’Amministratore Giudiziario sia nei confronti dello stesso Pubblico Ministero della Procura di Roma, la Dott.ssa Rosalia Affinito, che si occupa da oltre sei anni della Amministrazione Giudiziaria di Malagrotta.

Abbiamo contattato lo stesso Avv. Germani per chiedergli innanzitutto il perché di una decisione così seria e grave come quella di denunciare due pubblici ufficiali, di cui uno è un magistrato inquirente:

Intervista all’Avv. Giancarlo Germani

Avvocato Germani, quali motivi l’hanno indotta a denunciare un Magistrato inquirente della Procura di Roma?

E’ stata una decisione molto sofferta per me, perché dopo quasi 40 anni di professione forense non credevo di dover arrivare a tanto, ma l’arroganza e la totale impunità con la quale si sono mossi certi personaggi in questi sei anni, passando sopra tutto e tutti (lavoratori, cittadini romani, gli abitanti della Valle Galeria) pur di ottenere il loro illecito e illegale scopo mi ha fatto riflettere e alla fine decidere.

A marzo ho denunciato il Capo Impianto, che era stato solo nel 2017 ritenuto inidoneo a rivestire il ruolo di capo turno e che il 2 ottobre 2018 è stato appositamente richiamato dal Dott. Palumbo per ricoprire addirittura il ruolo di Capo Impianto, richiamato lì senza alcun valido motivo: solo un incosciente o chi avesse voluto distruggere gli impianti avrebbe potuto adottare una decisione del genere.

Ad ottobre ho sporto querela contro il Dott. Palumbo e contro il Pubblico Ministero Rosalia Affinito per una serie di gravi reati in concorso e associazione con l’ex Capo Impianto Stefano Pennella, quali simulazione di reato, falso, false dichiarazioni all’Autorità giudiziaria, violenza privata, corruzione in atti giudiziari, calunnia, omissione di atti di ufficio, incendio colposo e/o doloso e altro.

Accuse pesanti

Sono accuse gravissime! Per di più formulate da un operatore della Giustizia come lei.

Si sono accuse molto gravi ma che seguono condotte molto gravi.

In che senso?

Allontanare con un pretesto, anzi con una gigantesca bugia, tutti i validi e preparati tecnici di Malagrotta nel 2018 alimenta più di una perplessità. Infatti degli otto tecnici cacciati il 1 ottobre 2018, sei non sono mai stati chiamati da nessuno a rispondere delle gravi accuse mosse loro dal Palumbo per cacciarli ad horas dagli impianti e solo due di loro, tra cui l’ex Capo Impianto, sono accusati di maltrattamento ai dipendenti perché nei giorni festivi mettevano delle locandine di auguri ricordando però che si sarebbe dovuto lavorare lo stesso con serietà. Sostituirli in blocco con un Capo Impianto malato e inidoneo e con degli operai semplici promossi sul campo tecnici, lascia intravedere uno scopo ben preciso”.

Una strategia decisa a tavolino?

Sembra il canovaccio di un copione scritto a tavolino da menti tanto raffinate quanto criminali. Immaginiamo possa disporre di prove al riguardo?

L’ Amministrazione Giudiziaria ha cacciato tutti i tecnici esperti e capaci soprattutto nella attività anti incendio, basilare per garantire la sicurezza degli impianti, nel 2018, e li ha sostituiti con il Pennella, quale Capo Impianto, un personaggio che solo pochi mesi prima era stato giudicato inidoneo a fare il capo turno e gravemente malato e con degli operai non specializzati dal punto di vista tecnico promossi sul campo per meriti di fedeltà al Palumbo, capi turno.

La Dott.ssa Affinito ha incardinato nel 2019 un procedimento penale contro il precedente Capo Impianto, l’Ing. Barbetta, sostenendo che aveva maltrattato i dipendenti di Malagrotta, depositando nel 2019 nel relativo procedimento penale contro l’Ing. Barbetta, i certificati medici del Pennella, unico e principale accusatore del Barbetta nel suddetto procedimento penale.

Tali certificati attestano che il Pennella era in cura presso il centro di igiene mentale di Viterbo.

La Dott.ssa Affinito depositava altresì documentazione come il ricorso al Giudice del Lavoro del Pennella e vari carteggi con la Azienda che attestavano come il Pennella odiasse patologicamente il Barbetta che riteneva colpevole di mobbing e quanto altro nei suoi confronti.

Questo procedimento penale è una misera foglia di fico che la Procura di Roma ha concesso al Dott. Palumbo come giustificazione per l’allontanamento di tutti i tecnici nel 2018 che in effetti non ha e non avrebbe alcuna spiegazione logica. Infatti della paventata associazione a delinquere costituita secondo il Dott. Palumbo dagli otto tecnici e dal pericolo che facessero saltare gli impianti, non esiste alcuna traccia.

Quindi sia la Dott.ssa Affinito che il Dott. Palumbo quando nel 2018 viene richiamato il Pennella ben sapevano in mano a chi stavano mettendo gli Impianti, all’ultimo dipendente di Malagrotta che avrebbe mai dovuto ricoprire quel delicato incarico. Sempre che gli fosse interessata la sicurezza degli impianti de dei cittadini romani.

Il ritorno del capo impianto

E questo che conseguenza ha comportato?

Ha comportato che il Pennella dal 2018 al 2022, con la totale complicità dell’Amministratore Giudiziario e della Dott.ssa Affinito, ha completamente annullato la catena tecnica di manutenzione e sicurezza negli Impianti di Malagrotta che l’Avv. Manlio Cerroni aveva costituito dal 2009 al 2018, anni infatti nei quali non si verificò alcun incendio.

Tutto ciò in accordo con l’Amministratore Giudiziario?

Sicuramente, infatti in una Agenzia Dire del 24 gennaio 2019 il Dott. Palumbo si vantava di aver ridotto i costi di gestione del personale e sulla manutenzione, infatti testuale: ”Ad esempio prima per i tappeti dei nastri trasportatori venivano spesi 200.000 euro in un anno ,ora 2000 euro”.

Quindi l’Amministrazione Giudiziaria in piena concordia con Procura di Roma e Tribunale aveva deciso di previlegiare il risparmio economico sulla manutenzione e sicurezza degli impianti.”

E poi cosa succede il 15 giugno 2022?

Succede che un disastroso incendio con nube tossica distrugge il Tmb 2 di Malagrotta e il Gassificatore, ammorbando Roma per giorni con una nube di diossina.

Gli incendi a Malagrotta

E chi ne è stato responsabile?

La Dott.ssa Affinito ha stabilito che poiché il Capo Impianto Pennella era andato via dagli Impianti alle 17 e l’incendio era scoppiato alle 17.11 dovesse indagare il capo turno e non il Capo Impianto, nonostante nella richiesta di archiviazione poi dia atto che il Pennella tornerà alle 19.30 quando era scoppiato un secondo incendio alle 19.15, che durerà poi per giorni.

Quindi la Dott.ssa Affinito che ben conosceva le problematiche del Pennella così come il Dott.Palumbo, si guarda bene dall’indagare il Pennella, indaga un capo turno e poi chiede l’archiviazione senza individuare responsabili“.

E cosa succede al Capo turno Pennella?

Viene allontanato in silenzio dagli impianti di Malagrotta. Nessuno in Procura a Roma obietta nulla al riguardo.

Veramente una situazione quanto meno molto strana e anomala

A dir poco. Infatti il 24 dicembre 2023 un secondo incendio distrugge il Tmb1 di Malagrotta con altra nube tossica alla diossina che grava su Roma per giorni.

E le responsabilità per questo secondo incendio sono state accertate?

Anche questa indagine è condotta dalla PM Dott.ssa Affinito che pare non possa esimersi dall’occuparsi dei fatti di Malagrotta, pur in concorso con altri magistrati, la quale avrebbe chiesto il rinvio a giudizio per sette vigilantes e due tecnici del TMB.

Chiaramente di responsabilità del Dott. Palumbo neanche l’ombra, vanno distrutti gli impianti a lui affidati ma lui pare sia completamente alieno da ogni responsabilità.

Responsabilità vacanti

Ma dopo due incendi così gravi non è emersa alcuna responsabilità in capo all’Amministratore Giudiziario?

Pare di no. Nonostante Lui abbia affidato per 4 anni gli Impianti ad un personaggio incapace tecnicamente e gravemente malato, cosa che ha comportato il disfacimento totale della catena di sicurezza degli impianti, né il Dott. Palumbo, né il Pennella sono stati oggetto di indagine da parte della Procura di Roma.

Anzi la Dott.ssa Affinito ha bloccato per anni ogni denuncia presentata dagli otto tecnici cacciati nel 2018 dal Palumbo chiedendo sempre l’archiviazione dei relativi procedimenti e nella indagine per il primo incendio si è premurata di tenere lontano da ogni indagine il Pennella, che avrebbe potuto svelare, se indagato, i veri motivi per i quali era stato richiamato a Malagrotta.

E quali sarebbero questi motivi?

Evidentemente vi era un piano ben preciso da attuare e che è stato attuato. Smantellare gli impianti di Malagrotta. Altrimenti perché affidare la conduzione tecnica ad una persona incapace e malata come il Pennella.

Il Dott. Palumbo e la Dott.ssa. Affinito quali altri scopi avrebbero potuto avere per richiamare il Pennella?

Sarei curioso di chiederglielo. E’ chiaro che la sicurezza degli impianti è stata la loro ultima preoccupazione. Colpa o dolo lo dovrà stabilire la Autorità Giudiziaria.

Tanto più che il sottoscritto nel gennaio 2019 aveva presentato una istanza di revoca dell’Amministratore Giudiziario al Gip Dott. De Robbio, segnalando la grave incapacità tecnica del Palumbo alla mansione a Lui affidata e facendo presente il conseguente rischio di gravi incidenti. Il Gip, su parere conforme della Procura, nella persona del PM Affinito, rigettò l’istanza sostenendo che le accuse erano gravi e non provate.

Se si fosse approfondito l’argomento senza alzare pregiudizialmente gli scudi a difesa dell’Amministratore Giudiziario – letteralmente blindato in questi 6 anni da Procura e Tribunale – probabilmente si potevano evitare i due incendi e la distruzione degli impianti”.

Ma perché?

Le dico solo una cosa: di 4 Tmb che aveva Roma sono andati bruciati tutti e quattro, due, quelli del Salario e di Rocca Cencia, erano di Ama, due, quelli di Malagrotta erano di Cerroni. Quelli di Ama sono bruciati velocemente nel 2021.

Cerroni amava e ama Malagrotta come se fosse un suo figlio acquisito, non avrebbe mai acconsentito alla distruzione degli impianti, tant’è che negli anni che gli impianti erano gestiti da lui non si verificò mai un incendio, come quelli che vedremo poi nel 2022 e nel 2023.

Dunque secondo lei gli incendi all’interno degli impianti di Malagrotta sono di natura dolosa?

Forse qualcuno aveva bisogno che fossero distrutti tutti i Tmb di Roma per lanciare il multimiliardario business del termovalorizzatore di Roma. Fatalità nel 2018 un sequestro penale preventivo spoglia Cerroni dei suoi impianti, gestiti sulla sicurezza e sulla manutenzione nel modo accurato sopra indicato e nel 2002 e nel 2023 anche i Tmb di Malagrotta seguono la sorte dei Tmb di Ama: distrutti in enormi incendi. E soprattutto questi incendi sono sempre senza responsabili secondo la Procura di Roma a meno che i sette vigilantes non vadano a fungere da comodo capro espiatorio.

Ma è incredibile quello che ci sta raccontando

Lo so, sono sei anni che lotto in pratica contro Procura e Tribunale di Roma che hanno sempre difeso a prescindere la Amministrazione Giudiziaria nonostante le sue chiarissime carenze visto che difendendo il Dott. Palumbo difendono anche loro stessi, visto quello che è accaduto a Malagrotta in questi sei anni e forse anche prima.

Perché ormai Amministrazione Giudiziaria, Procura e Tribunale sono legati a doppio filo da tutto quello che è successo in questi anni, perché se riconoscessero delle responsabilità all’Amministratore Giudiziario dovrebbero ammettere anche delle loro responsabilità, quantomeno come culpa in vigilando.

Del resto prima o poi qualcuno dovrà spiegare perché sono stati allontanati con una bugia calunniosa tutti i tecnici preparati per sostituirli con un incapace conclamato negli Impianti di Malagrotta per di più malato psichiatrico e con degli operai promossi sul campo capo turno e tecnici dall’oggi al domani senza che Procura e Tribunale avessero mai nulla da eccepire.”

Cioè cosa è successo quindi secondo lei?

Il sequestro penale degli impianti di Malagrotta è stato un cavallo di Troia con il quale un gruppo di persone si è in pratica impossessata del ciclo dei rifiuti romani in totale opacità visto che in pratica non si sa dietro il Dott. Palumbo in effetti chi ci sia e visto il modo in cui la Procura di Roma ha sempre evitato di mettere in discussione l’operato di questo signore.

Sembra una storia tipica di “Gotham City”?

Guardi torniamo al discorso principale, l’esercizio della azione penale se viene effettuato a discrezione e per secondi fini può essere una arma letale, come il caso Tortora non ci ha insegnato: oggi abbiamo otto ex tecnici messi in mezzo alla strada con false accuse; una città privata di impianti comunque fondamentali che ha subìto due incendi con nubi di diossina e nessun responsabile identificato dalla Procura di Roma.

Mi aspetto che conferiscano una medaglia al Dott. Palumbo a questo punto per il suo operato che probabilmente ha conseguito gli obiettivi che gli erano stati preposti se dopo questo disastro che è sotto gli occhi di tutta Roma nessuno osa contestargli alcunché..

Perché in Italia c’è un grosso problema: i magistrati in pratica si controllano da soli e quindi se decidono di autoassolversi o di autoproteggersi, possono farlo molto agevolmente. Per questo ho deciso di prendermi le mie responsabilità e sporgere denuncia querela per questi gravissimi fatti commessi e attuati sinora nella più totale impunità e con una protervia fuori da ogni limite.

Quali verità si celerebbe a proposito di questa vicenda?

Il Dott. Palumbo fu proposto nella sua nomina dall’allora Presidente Anac Dott. Cantone. Rilevo la coincidenza che il Dott. Cantone, il Dott. Palumbo e la Dott.ssa Affinito sono tutti e tre di Napoli e che attualmente tutti i collaboratori del Dott. Palumbo sono di Napoli e dintorni. Semplice coincidenza naturalmente.

Mi auguro che il Csm e anche il Presidente Mattarella vigilino sulle derive anomale di alcuni magistrati perché quello che è successo a Roma a Malagrotta è gravissimo, un vero stupro alla giustizia.

Ma forse un Termovalorizzatore da miliardi per qualcuno valeva ben quattro incendi.. Nessuno dovrebbe essere sopra la giustizia e sarebbe ora che i magistrati tornassero ad occuparsi solo di giurisdizione, non di rifiuti, di Tmb e di termovalorizzatori.

Essendo i controllori di loro stessi in totale e risaputa impunità.

Non a caso ho promosso una petizione per eliminare dalle aule di giustizia la scritta “La legge è uguale per tutti” perché non è più così da tempo. Loro sono loro….

I contorni oscuri della vicenda Malagrotta

Decidemmo di seguire lo scorso anno la “vicenda” Malagrotta perché aveva obiettivamente dei contorni poco chiari a voler essere cauti. Oggi, con questa nuova intervista, l’Avv. Germani ci fornisce un “movente”, che se confermato, sarebbe come al solito di natura economica. Un business miliardario che si chiama TERMOVALORIZZATORE: dunque APPALTI, dunque possibili CLIENTELE, possibile SPERPERO DI DENARO PUBBLICO, dunque POTERE. Tutti termini che i romani, facendo una sintesi chiara riunirebbero in una unica quanto laconica parola: MONNEZZA!

Ma soprattutto vogliamo sottolineare il grande coraggio di un uomo di legge senza l’armatura delle caste, che ha “sfidato” (al netto del proprio teorema accusatorio) un “pezzo” della Procura di Roma per solo senso di giustizia oltre che per l’estremo tentativo di reagire per non essere schiacciato da un sistema di potere “combinato” gestito da pochi ma alquanto invasivi elementi.

Un atto estremo, quello di denunciare un magistrato, ma pienamente legale. Compiuto da chi non ha accesso ai pulpiti del mainstream mediatico, né possiede le immunità a vario titolo regalate ai rappresentanti politici.

Con l’intento di non lasciarlo solo, qualunque potrà essere l’esito della sua azione legale, pubblichiamo questa intervista con l’auspicio che l’azione intentata venga considerata e valutata quale giusto mezzo per far valere le proprie ragioni e non un attacco ad una corporazione.

Di più, proprio l’aver sporto denuncia nei confronti di un facente parte, testimonia la più totale fiducia nella Magistratura tutta, posto che saranno sempre dei Magistrati a disporre il verdetto finale sulla vicenda.