Al Teatro Vascello, Pippo Pollina presenta “Il Sole che verrà”

L’occasione del Venticinquennale delle stragi di mafia del ‘92 carica di significato questo tour italiano di Pippo Pollina che, in 30 anni di carriera, 22 album e più di 4000 concerti

A seguito dell’uscita, del suo 22esimo album “IL SOLE CHE VERRÁ” ed al relativo Tour Europeo che ha già toccato Zurigo, Monaco, Vienna, Salisburgo, Stoccarda, Amburgo, Berlino, Francoforte, Lugano e altre importanti venue europee, e che prevede ben 30 concerti nel primo mese e mezzo di apertura, il 25 febbraio Pippo Pollina approda in Italia. Verona, Firenze, Roma e Misano Adriatico, le tappe di questo primo tour italiano; l'artista tornerà a maggio nel Bel paese, con altre date.

Lo spettacolo, che ha già registrato il tutto esaurito a Coira, Zurigo, Allensbach, Vienna, Amburgo, richiamando più di 11.000 persone in sole due settimane di tour, vede con Pippo Pollina sul palco una formazione tutta italiana, il Palermo Acoustic Quintet: Roberto Petroli al clarinetto e sassofoni, Fabrizio Giambanco alla batteria e percussioni, Filippo Pedol al  contrabbasso e basso elettrico, Michele Ascolese alle chitarre acustiche ed elettrica e Gianvito Di Maio alle tastiere e fisarmoniche. Una band di musicisti appassionati che arricchisce la presentazione del nuovo programma musicale dell'artista siciliano: oltre ai brani dell'ultimo disco, nuovi arrangiamenti di brani storici del suo vasto canzoniere, raramente eseguiti dal vivo.

Il tour italiano farà tappa a Roma, martedì 28 febbraio, al Teatro Vascello, con il “Progetto speciale per l’Italia, Tour della memoria – passi di legalità”, nato per celebrare il Venticinquennale delle stragi di Falcone e Borsellino, un tour della memoria per ripercorrere i passi di legalità che dal 1992 al 2017 sono stati fatti in Italia sul tema della lotta alla mafia. Il progetto speciale toccherà Firenze, Roma e Misano Adriatico per una serie d’iniziative legate ai temi della legalità e della giustizia, in collaborazione con le associazioni locali e/o i Comuni.

L’occasione del Venticinquennale delle stragi di mafia del ‘92 carica di significato questo tour italiano di Pippo Pollina che, in 30 anni di carriera, 22 album e più di 4000 concerti, oltre ad essere considerato un grande rappresentante della migliore tradizione cantautorale italiana, ha sempre tenuto il ruolo di ambasciatore nei paesi di madrelingua tedesca, principale bacino del suo grande pubblico, di una italianità legata anche ai temi della legalità e della giustizia. Tanto che al concerto finale della scorsa tournèe, a Zurigo nell'agosto del 2015, uno stadio con più di 8.000 spettatori ha accolto Giovanni Impastato (fratello di Peppino Impastato ucciso dalla mafia nel 1978) con una standing ovation sorprendente, pensando alla composizione prevalentemente straniera del pubblico in sala.

Pippo Pollina, che ha fatto parte del primo grande movimento antimafia siciliano degli anni '80 e che giovanissimo collaborava con il mensile I Siciliani di Giuseppe Fava, andato via dalla Sicilia dopo l'omicidio del direttore del giornale, ha peregrinato in giro per il mondo per poi insediarsi in Svizzera dove ha intrapreso una brillante carriera artistica. L'impegno ha sempre caratterizzato i temi del suo canzoniere facendogli ottenere premi e riconoscimenti in Italia e all'estero.

Il coinvolgimento di Giovanni Impastato, che accompagnerà entrambi i tour italiani, è stato pensato con il fine di prevedere due momenti: uno di mattina, convegno/ conferenza/incontro con le scuole (a Roma incontrerà gli allievi dell'I.C." Nelson Mandela " alle ore 11) e l'altro serale con il concerto di Pippo Pollina e del Palermo Acoustic Quintet: un programma che, grazie alla bella amicizia con Impastato, permette di agire concretamente sui temi cari all'artista, attraverso il coinvolgimento dei giovani delle scuole e dell'associazionismo locale per segnare  insieme  i passi da compiere nella direzione del sole che verrà.

“IL SOLE CHE VERRÁ” è il nuovo album di PIPPO POLLINA e suo 22esimo lavoro. Nel nuovo album tredici canzoni inedite e tre duetti internazionali con tre grandi voci femminili: la mezzosoprano Odilia Vandercruysse, la cantante argentina Marili Machado e la norvegese Rebekka Bakken. 

Ad accompagnarlo in questa nuova avventura quasi venti musicisti, provenienti dai più svariati ambiti musicali, dal jazz alla musica classica: Silvia Arciuli Violino, Daniel Bentz Cori, Sven Faller Basso e contrabbasso, Pablo Guarneri Argat Bombo leguero, Martin Kälberer Pianoforte, tastiere, fisarmonica, mandola, duduk, percussioni, Walter Keiser Batteria, Natalia Mosca Viola, Roberto Petroli Clarinetto e sassofoni, Madlaina Pollina Cori, Florian Sagner Tromba, Klaidi Sahatchi Violino, Peter Schmidbauer Chitarra elettrica, Werner Schmidbauer Armonica a bocca, Jonas Stetter Cori, Màrcio Tubino Flauto traverso e sax soprano, Stefania Verità Violoncello, Jean Pierre Von Dach Chitarra elettrica e acustica, Daria Zappa Violino,  Samuel Zünd Cori.

E, se per molti è il rinnovo di un sodalizio artistico che ha già dato i suoi frutti in precedenti progetti di successo, non mancano nuove preziose collaborazioni. Una formazione musicale variegata che regala all'intero album ritmo e versatilità, spaziando dalle atmosfere liriche a quelle mediterranee, e che esprime il motivo dominante del progetto attraverso molteplici interessanti sonorità.

I 13 brani che compongono il nuovo lavoro alternano ritmi leggeri e dinamici ad altri toccanti e fieri, dando vita ad una danza di immagini dove l'illusione visionaria e la sua realizzazione, il dolore e la gioia, coesistono e si rincorrono, tracciando la parabola della speranza, tema dominante dell'album.

É la splendida voce lirica del mezzosoprano Odilia Vandercruysse ed il coro maschile che la accompagna in “Potrò mai dirti” ad aprire il disco con un brano che offre un'immagine poetica e toccante sul tema dei migranti. Una introduzione impegnativa, ma delicata al contempo, ai contenuti che accompagnano l'intero lavoro.

“A mani basse”, omaggio al grande pugile statunitense Muhammad Ali recentemente scomparso e al suo particolare modo di combattere, è il singolo che ha anticipato l'uscita del disco riscuotendo unanimi consensi nelle radio di mezza Europa.

Di seguito il concept e le motivazioni artistiche del disco, dalle stesse parole del compositore: “Il tema della speranza non ha mai smesso di abitare il mio canzoniere. Fin dai primi dischi la passione per un “futuro migliore” ha animato la mia penna e macchiato il mio pentagramma in una sorta di leit motiv programmatico. Non c’era nulla di aprioristico in quest’urgenza ma solo una vocina interiore che puntualmente ispirava la nascita di qualche melodia e di qualche verso.

Stavolta la necessità di leggere una rinascita nel significato della nostra presenza su questo pianeta diventa il concetto globale della mia ultima opera. Perché non può esserci un domani certo senza la ricerca di una radice comune, di un destino che ci vede tutti interpreti di una medesima traiettoria, indipendentemente da ciò che sembra distinguerci dagli altri.

Se è vero il principio secondo il quale a un’azione corrisponde un’altra contraria ad essa, allora si spiega facilmente la spirale di violenza che si diffonde a macchia d’olio nelle nostre società. Laddove la politica e la religione, impegnate a ossequiare la moderna economia come fosse una divinità indiscutibile, non riescono più a fornire gli elementi per una piattaforma d’idee e di valori sufficienti, forse allora tocca a noi artisti indicare una strada possibile. Disegnare un percorso per un futuro di pace e d’incontro fraterno. Tracciare quel segno che conduce, come gli antichi ben sapevano, nella direzione del sole.”

Pippo Pollina & Palermo Acoustic Quintet, Pippo Pollina: voce, piano e chitarra, Roberto Petroli: clarinetto e sassofoni, Fabrizio Giambanco: batteria e percussioni, Filippo Pedol: contrabbasso e basso elettrico, Michele Ascolese: chitarre acustiche ed elettrica, Gianvito Di Maio: tastiere e fisarmoniche

Teatro Vascello – Via Giacinto Carini, 78 – Roma

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