Al via il Reddito di Cittadinanza: lo prenderà anche chi già lavora

Il Rdc spetta a chi non raggiunge un reddito mensile di 780 euro e ne ha diritto anche chi già lavora ma percepisce meno di 780 euro

Finalmente parte la possibilità di richiedere il Reddito di cittadinanza anche se il Decreto non è stato ancora trasformato in legge, pertanto, per assurdo, potrebbe essere cambiato o addirittura non diventare legge dello stato. Questo Rdc viene considerato dal Governo, definito da loro, del Cambiamento, come una manovra per il lavoro. Ma il lavoro non si crea con una legge ma con politiche di crescita, cioè investendo nel campo, per esempio, delle infrastrutture, come strade, ferrovie, viabilità, sicurezza, adeguamento degli immobili alle normative antisismiche e altro ancora. Il Rdc, si legge, spetta a chi non raggiunge un reddito mensile di 780 euro, perché ne ha diritto anche chi già lavora ma percepisce meno di 780 euro, perciò a coloro che vengono considerati in povertà assoluta bisogna aggiungere, appunto, molti altri fruitori, ad esempio molti dipendenti regolarmente assunti che vengono registrati per poche ore al giorno ma effettivamente fatti lavorare anche il doppio delle ore, con l’eccedenza pagata in nero.

Si legge, anche che chi usufruirà del Rdc dovrà seguire corsi di formazione, ma per formare milioni di persone quante aule, quanti insegnanti, quanto personale di supporto per le pulizie, per la sicurezza, per la manutenzione, per l’informatica servirebbero per l’espletamento di questi corsi? Si legge che per migliorare l’offerta di lavoro basterebbe investire risorse ulteriori per l’attività dei centri per l’impiego. Sarebbe interessante sapere, in tutta la storia italiana del dopoguerra, quante persone abbiano trovato lavoro attraverso quelli che una volta erano gli uffici di collocamento. Anche investendo dei miliardi per l’ammodernamento dei Centri per l’impiego, compresa l’assunzione dei cosiddetti Navigator, che non è ancora del tutto chiaro cosa debbano o possano fare, non ci sarà un miglioramento nell’offerta di lavoro. Gli esponenti dell’attuale governo affermano che coloro che mentono sulla loro situazione reddituale rischieranno la galera ma sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it c’è scritto che le modalità di monitoraggio e verifica della fruizione dei beneficio e delle eventuali decurtazioni saranno definite con un Decreto del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, perciò queste modalità ancora non si conoscono.

L’importo del Rdc sarà diverso tra chi debba pagare o no un affitto, valutando la differenza annua in 3.360 euro, cioè un affitto di 280 euro mensili, che in molti casi è più basso di quanto si paga per un alloggio popolare. Nel decreto per il Rdc si parla anche della pensione di cittadinanza, che per quanto riguarda gli invalidi civili ne potranno usufruire al compimento dei 67 anni. Per cui gli invalidi civili, anche al 100%, devono continuare a prendere 290 (duecentonovanta) euro al mese, qualsiasi situazione di disagio economico e psicofisico abbiano. Bisogna ricordare all’attuale governo gialloverde che la maggior parte degli italiani in difficoltà economica vorrebbe un lavoro dignitoso e non un’assistenza fine a se stessa. Come reagirà una parte di questo governo quando si accorgerà che tra coloro che sicuramente usufruiranno del Rdc ci saranno molti rom italiani, in quanto non hanno redditi e hanno una famiglia numerosa e perciò avrebbero anche una cifra superiore ai 780 euro. Probabilmente al momento della effettiva elargizione del Rdc bisognerà reperire altri finanziamenti, i quali non potranno che gravare su tutti noi, impoverendoci ancora di più.

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