Categorie: Politica

Alberto Bagnai: “Sinistra italiana fa interessi della Germania”

"Dall’euro usciremo, perché alla fine la Germania segherà il ramo su cui è seduta.Sta alla sinistra rendersene conto e gestire questo processo, anziché finire sbriciolata. Non sto parlando delle prossime elezioni. Berlusconi se ne andrà: dieci anni di euro hanno creato tensioni tali per cui la macelleria sociale deve ora lavorare a pieno regime. E gli schizzi di sangue stonano meno sul grembiule rosso". (Alberto Bagnai, 23 agosto 2011)

Basterebbe un "no comment", vero? Invece un commento lo faccio, anzi, ne faccio due.

Il primo è: dove sono finiti quelli che tre anni or sono, con tono condiscendente, mi dicevano: "Ma Alberto, la Germania è fuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuurba, non andrà mai contro i propri interessi!". Propri di chi? Germania chi? Notate: si trattava di gente "de sinistra", alla quale sfuggiva un concetto molto elementare: non esiste "la Germania", esiste, lì come qui, un coacervo di interessi contrapposti, di pulsioni individuali non coordinate, che se pure trovano un alveo comune in un senso di identità nazionale e in una leadership politica che, nei tempi che le sono propri (quelli da un'elezione all'altra) è stata in grado di farsi interprete di alcuni di questi interessi, comunque non coincide (il suddetto coacervo di interessi) con la visione macchiettistica della Germania come una signora bionda che parla il tedesco e vive in Germania!

"La Germania!" Le figure allegoriche di Giotto nella cappella degli Scrovegni, delle quali ci parla Proust: ecco il materialismo storico da poveracci della sinistra italiana! Ci sono i creditori tedeschi, ci sono i lavoratori tedeschi, anche quelli ulteriormente suddivisi in insider (difesi dal sindacato, lì come qui) e outsider (massacrati dal sindacato, lì come qui), e via dicendo. La storia è non lineare, ha i suoi tempi, ma ha una sua logica. Ed ecco che arriva il QED (e fosse il primo)!

Il secondo commento è: ve lo dico io dove sono finiti. Sono finiti a collaborazionare al disegno egemonico del capitalismo tedesco più miope, che si propongono di aiutare al grido di "aboliamo!" L'euro? No, l'austerità! Perché abolire l'euro implicherebbe un aggiustamento simmetrico di debiti e crediti, stante che il giusto e necessario riallineamento al rialzo della Germania sarebbe per definizione uguale al riallineamento al ribasso dei suoi debitori. Abolire l'austerità implica un aggiustamento asimmetrico: i paesi del Sud ricomincerebbero a indebitarsi per sostenere la domanda di beni tedeschi.

Amici, non so come dirvelo. In tutti gli studi empirici disponibili l'elasticità delle importazioni italiane al reddito è circa due. Ve l'ha detto anche Monti che per rimettere a posto i conti esteri in condizioni di cambio fisso ha dovuto distruggere la domanda interna. Ne consegue che se a cambio fisso "ricostruirete" la domanda interna distruggerete di nuovo i conti esteri, cioè metterete l'Italia di nuovo in mano ai creditori esteri, a quella Germania che fingete di criticare, ma della quale in realtà vi state facendo, una volta di più, zerbini, contro l'interesse del mio paese e dei miei figli. Dei vostri non parlo, perché spero bene che ci abbiate pensato voi, a metterli al sicuro, prima di vendere quel poco che resta del mio paese (che evidentemente non è il vostro).

Concludo quindi proponendo una nuova definizione di collaborazionista:

Collaborazionista, s.m. – Economista che fa finta di non sapere com'è fatta una funzione di domanda e di ignorare i concordi risultati della letteratura empirica sulle elasticità dei flussi commerciali allo scopo di aiutare un paese estero passando per salvatore della patria. In Italia: promotore del referendum antiausterità.

Bene, ho privilegiato la chiarezza. Questa è la political economy del referendum contro l'austerità, referendum che peraltro è inutile, perché vedrete che le "violazioni" delle "regole" ci saranno "benignamente ottriate". Ora stracciatevi pure le vesti, che me ne strabatto il belino. Immagino i sinistrorsi tsiprioidi inorriditi, come erano inorriditi gli ortotteri quando chiarii loro la natura pinochettiana della political economy del loro movimento (salvo venire due anni dopo a dirmi che avevo ragione).

Tratto dal blog Goofynomics http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/qed-36-la-germania-e-i-suoi-amici.html

Redazione

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