Categorie: Cronaca

Aldovrandi, madre: “Delusa dalla giustizia”

Non si dà pace Patrizia Moretti per l'imminente ritorno in servizio dei 4 poliziotti che nel settembre 2005 uccisero a Ferrara il figlio, Federico Aldrovandi, al termine di una violenta colluttazione. Ricordiamo che gli agenti hanno finito di scontare la condanna di 3 anni e mezzo e, al termine della sospensione dal servizio di 6 mesi, potranno tornare a svolgere il proprio lavoro.

Intervenendo in diretta alla trasmissione "Un giorno speciale", in onda su Radio Radio, la signora Moretti ha dichiarato: "Mi domando come la Polizia possa tollerare che 4 agenti che hanno ucciso una persona senza alcun valido motivo possano rientrare in servizio. Io ho paura di quelle quattro persone, sono pericolose e non vedo come agenti che si sono macchiati di un crimine così grave possano tutelare i cittadini".

La madre di Federico Aldrovandi ha precisato:"Non intendo compiere generalizzazioni, non condanno tutta la giustizia italiana, che quantomeno ha riconosciuto la colpevolezza di chi ha ucciso mio figlio. Tuttavia faccio notare come sia stato difficile far emergere un minimo di verità. Basti pensare che il giudice che ha emesso la sentenza ha ammesso di aver comminato agli agenti soltanto 3 anni e mezzo di reclusione a causa degli insabbiamenti compiuti dalla Questura di Ferrara. Perciò,grazie a questa serie di espedienti i carnefici di mio figlio per la giustizia italiana possono godere della libertà: mi viene davvero difficile pronunciare la parola giustizia al termine di questa vicenda".

Secondo la signora Moretti "le forze dell'Ordine sono fin troppo coperte e spalleggiate. Perciò l'unica possibilità che ha una famiglia comune di far emergere la verità è trovare mezzi di informazione che siano disposte ad ascoltare senza pregiudizi l'andamento dei fatti. A tal proposito voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno dato modo di raccontare come si è realmente sviluppata la vicenda della morte di mio figlio".

Alla trasmissione "Un giorno speciale" è intervenuto anche il giornalista Marco Guidi, che ha espresso il proprio punto di vista senza mezzi termini:"E' inconcepibile che la Polizia e la Questura proteggano chi uccide un cittadino. Non si può tollerare che la gente entra viva nelle caserme e ne esca a ganbe all'aria. Gli assassini non possono godere di protezioni dall'alto, perché ciò rappresenta una cosa disastrosa per l'intera società: se si perde la fiducia verso le Forze dell'Ordine, significa che uno dei pilastri sul quale si fonda il nostro paese va a farsi benedire".

Redazione

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