Si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, Gianni Alemanno. Lo ha fatto alla trasmissione radiofonica Radio Anch'io, rilasciando dichiarazioni che inevitabilmente sono destinate a scatenare ulteriori discussioni. Per prima cosa, l'ex sindaco di Roma ha voluto precisare che "nessuno degli inquirenti pensa che io abbia preso voti dalla 'Ndrangheta o portato soldi in Argentina. Sono tutte balle".
Grande spazio nel corso dell'intervista è dedicato alla figura di Salvatore Buzzi: "Prima che iniziasse l'inchiesta di Mafia Capitale – attacca Alemanno – Buzzi appare come una persona integerrima, al punto che Ignazio Marino gli ha regalato il primo stipendio da sindaco". "Quello di Buzzi – prosegue l'ex sindaco della Capitale – è un lobbying molto pervasivo, nato ai tempi di Rutelli, cresciuto durante la giunta Veltroni e la mia, per arrivare fino a Marino. Personalmente non sapevo chi avesse coinvolto Buzzi, altrimenti non avrei attivato un contatto del genere".
Una stoccata è riservata anche a Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del suo partito a Roma: "La sua – dichiara Alemanno – è una logica puerile ma ci sono dei numeri incontestabili, i quali dicono che il 70% dei coinvolti è di sinistra". Ma come si esce da questa situazione? Per Alemanno la priorità è "salvare la politica, per fare in modo che si vada a nuove elezioni e venga eletto un sindaco dal popolo".
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