Tra circa un mese si svolgeranno le elezioni amministrative in diverse città italiane. A Roma il Movimento 5 stelle si ricandida a governare la città con la sindaca uscente Virginia Raggi. Anche molti consiglieri pentastellati sono di nuovo in corsa per il Campidoglio. Come dire con un colpo di spugna sono state cancellate tutte le regole che avevano contribuito a creare il consenso del Movimento nel 2013, come quella del divieto al doppio mandato. Ma tant’è, la politica si evolve ed alla fine gli aspetti “pratici” e di opportunità hanno la meglio.
Nel panorama della campagna elettorale vi sono diverse novità. Il Partito Democratico ha espresso un candidato di sostanza come Roberto Gualtieri. Occorre forse dire che le qualità del candidato sindaco democratico sono conosciute prevalentemente da una ristretta platea di addetti ai lavori, più che dalla maggioranza dei cittadini romani ma la campagna del centrosinistra è partita con il piglio giusto.
Molti i giovani scelti con criterio e diverse liste civiche attive sul territorio. Tra questi c’è Alessandro Cinque, classe 1986, ricercatore in Business Management e Accounting presso l’Università di Tor Vergata, e da sempre impegnato con l’associazione Your Future nelle attività a sostegno dei giovani studenti e non solo, in corsa per il Campidoglio con la Lista Civica per Gualtieri Sindaco.
Perché ti sei candidato?
Mi sono dedicato dall’età di sedici anni al volontariato e all’associazionismo giovanile, per anni ho portato avanti progetti e iniziative nel sociale, l’esperienza in questo ambito mi ha insegnato che i problemi si risolvono con la conoscenza, le competenze, la costanza e la presenza. La mia candidatura nasce dalla necessità di varie anime del mondo dell’associazionismo e del lavoro, di ritrovare competenze ed un riferimento che fosse un volto nuovo per la politica, un percorso che si è consolidato dopo tante esperienze e progettualità condivise sulla base di un forte senso del bene comune. Non ci dobbiamo arrendere all’idea che il mondo debba obbligatoriamente andare avanti così, possiamo, vogliamo e dobbiamo fare subito, insieme, agendo in prima persona.
In che zona di Roma vivi?
Ho vissuto in molti quartieri della città, da Giardinetti a Tor Vergata fino al centro della città dove mi trovo ora.
Come è nata la scelta di campo ed il sostegno a Roberto Gualtieri?
Perché a Roma serve una governance che sia fatta di uomini competenti, con una visione sistemica della città e capacità di mediazione tra le varie anime del tessuto sociale romano.
Avrai sicuramente avuto modo di conoscere più da vicino il candidato Sindaco. Cosa ti ha colpito di più dell’ex ministro dell’economia?
Mi ha colpito la sua capacità di ascolto e di collegare il mondo istituzionale con la realtà quotidiana di tutti. Ho notato una grande dedizione al programma, quando gli ho presentato delle proposte mi ha dato dei consigli per l’implementazione delle idee e mi ha spiegato perché e come sarà possibile realizzarle, ad esempio, una fonte da cui ricevere fondi sarà il PNRR siglato da lui, ovviamente bisogna sapere accoglierli e gestirli.
Cosa serve di più ad una città come Roma?
Serve guardare alla qualità della quotidianità del cittadino, dare voce ai giovani per guardare all’Agenda 2030, rendere la Capitale d’Italia una città in cui la vita sociale ed economica sia generativa e capace di costruire bene comune. Per raggiungere questi obiettivi sta a noi costruire tappe realizzabili di un percorso che nasce dal programma che abbiamo condiviso con Roberto Gualtieri.
Una cosa da fare in periferia ed una da fare in Centro Storico
Avendo vissuto in diverse zone della città, periferia e centro, credo che si debba guardare a Roma con una visione sistemica, se continuiamo a parlare delle periferie e del centro non capiamo che a volte le esigenze sono le stesse e rischiamo di alimentare una società ineguale e piena di squilibri sociali, sicuramente nei primi mesi bisognerà partire dal decoro urbano per Roma tutta.
Se i cittadini romani, il 3 e 4 ottobre prossimi, ti dovessero accordare la loro fiducia quale è la cosa a cui tieni di più e che vorresti vedere realizzata alla fine del tuo impegno politico?
Migliorare la vita quotidiana del cittadino, dagli spostamenti alle opportunità per i giovani, passando per il decoro urbano.
E’ inutile nascondere che viviamo in un periodo storico in cui la politica ha raggiunto il suo punto più basso nella considerazione dei cittadini. Non hai timore a impiegare le tue competenze ed energie in un ambiente che fagocita prima o poi tutti quelli che lo abitano?
La pandemia ha dato a molti la consapevolezza che la politica può essere determinante, basta guardare allo stravolgimento di ogni cittadino sul piano economico e sociale, devo dire che questa consapevolezza è cresciuta anche in me, non possiamo farci fermare dalla paura delle delusioni, dobbiamo darci da fare per cercare di dare il nostro contributo al nostro Paese. È il momento di accrescere l’intelligenza collettiva attraverso il confronto tra persone che portano avanti idee e progetti.
Quali sono i tuoi progetti di vita al di là della esperienza politica?
Ho un progetto di vita che è semplice se immerso in un contesto generativo, continuare a lavorare con dignità e senso del dovere, mettere su famiglia, dedicarmi alle attività associative.
Sandro Gugliotta
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