E’ Alessandro Nesta, 43 anni, ex difensore di Lazio e Milan, il nuovo allenatore del Frosinone. Romano di Cinecittà, laziale e di famiglia laziale. Con il calcio nel dna. La dirigenza giallazzurra lo ha seguito a lungo e con grande attenzione. Ed ha scelto lui per un programma di rilancio. Il nome di Nesta, calcisticamente parlando, è legato a doppio filo con i biancocelesti della Capitale. Ed anche con l’ultima Coppa del Mondo conquistata dagli azzurri. In maglia azzurra il palmares per lui parla anche di un argento agli Europei del 2000 e l’oro con l’Under 21 in Spagna. Ha preso parte a 3 campionati d’Europa e 3 del Mondo. Regola del tre consolidata perché per tre volte è stato inserito nella classifica dei primi 50 calciatori al mondo. E nel 2000 – stagione del secondo scudetto della Lazio – arrivò quinto.
Curiosità di quelle che a Roma contano, venne scoperto da un romanista: Francesco Rocca. La famiglia laziale mai e poi mai avrebbe accettato di vederlo con la maglia dei cugini. Quindi la Lazio. Allevato da quel cacciatore di campioni che era Volfango Patarca. Ha esordito in serie A nel marzo del 1994 sotto l’ala di Dino Zoff ma è dalla stagione successiva che prende posto fisso in prima squadra. Campione d’Italia Primavera, poi si fregia, sempre da calciatore, di tutti i trofei dell’epoca-Cragnotti nella Lazio. Dopo 9 stagioni approda al Milan, a Roma scoppia il pandemonio. Lui in maglia rossonera continua a vincere: due Champions in epoche differenti col Diavolo, una Supercoppa del Mondo, uno scudetto. Negli anni da calciatore emerge il carattere di Alessandro Nesta: un ragazzo lontano dai proclami facili, testa bassa e pedalare ed anche il coraggio di saperci mettere sempre la faccia nei momenti complicati. Chiude la carriera in Italia a 36 anni con un record: è il calciatore romano più vincente di sempre e tra i 125 migliori giocatori viventi al mondo. Poi le esperienze in Canada e in India prima del ritiro dell’attività agonistica. A testa alta anche il ritiro definitivo dall’attività agonistica: il 19 ottobre 2013 gioca la sua ultima partita di calcio, Montreal Impact-Philadelphia Union vinto 2-1. Si fa male a tempo quasi scaduto ma esce dal campo sulle sue gambe, rifiutando la barella. A Montreal impazziscono per lui, forse quanto i tifosi della Lazio che pure lo fischiarono quando tornò a Roma col Milan.
Da allenatore ha poi iniziato da consulente nell’Impact e poi il passaggio negli Usa, nel campionato americano Nasl. Dove vince col Miami – squadra di proprietà di Paolo Maldini – al primo anno ed uscendo ai rigori ai playoff nella stagione successiva. Lascia la squadra statunitense il 18 novembre 2107. Ed a chi gli chiede quale squadra tra Lazio e Milan avrebbe voluto allenare, rispose: «Non ci casco, spero di allenarle entrambe». Quindi la chiamata al Perugia nella stagione 2017-’18 al posto di Breda il 14 maggio 2018, la conquista dei playoff e l’eliminazione al primo turno. A seguire la stagione appena conclusa, quando i grifoni – giunti noni ma rientrati negli spareggi per il caso-Palermo – vennero eliminati dal Verona. Ed ora per lui il Frosinone.
*Dal sito del Frosinone calcio
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