“Alla Festa dell’Unità di Roma avete invitato esponenti omofobi ProVita”

Barbieri (PD): Come è possibile invitare un’organizzazione marcatamente omofoba che sostiene che gli omosessuali sono malati?

Un dibattito "senza contraddittorio" con protagonisti gli esponenti di ProVita, una organizzazione "marcatamente omofoba" e che "vuole negare l'esistenza di noi omosessuali". Dove? Sul palco della Festa dell'Unita di Roma, alla Città dell'Altra Economia di Testaccio. A denunciare l'accaduto è un militante del Partito democratico, Simone Barbieri, in un post su Facebook che ha scatenato un dibattito tra i Dem, tirando in ballo il segretario romano Andrea Casu, di cui ora in molti chiedono le scuse. "Ora qualcuno deve dare spiegazioni, qualcuno deve chiedere scusa, qualcuno deve fare mea culpa, qualcuno deve vergognarsi, qualcuno deve prendersi la responsabilità politica, qualcuno deve andarsene – lo sfogo di Barbieri.

"Caro Segretario Andrea Casu come è possibile che alla Festa dell'Unità di Roma (festival) sia stato possibile organizzare un dibattito con gli esponenti di 'ProVita' una organizzazione marcatamente omofoba, sostenitrice delle teorie riparatrici verso le persone LGBT. Una organizzazione che sostiene che gli omosessuali sono malati e che vanno curati. Una organizzazione che sostiene che gli omosessuali non devono avere diritti, e che la famiglia e' una sola, quella tra uomo e donna. Una organizzazione che sostiene apertamente di lottare contro la 'teoria del gender'. Una organizzazione che vuole negare l'esistenza di noi omosessuali". Gli esponenti del Pd locale non sono rimasti indefferenti. "Incredibile che sia potuto accadere", il commento di Enzo Foschi sotto il post, condiviso tra gli altri anche dall'ex minisindaco Emiliano Sciascia. Più dura la senatrice dem Monica Cirinnà: "E' questo il rinnovamento del giovane segretario Casu?", si chiede sul suo blog.

A prendersi la responsabilità dell'iniziativa è intervenuto però Cristiano Davoli, presidente dell'associazione Tappami: "Voglio rispondere alle critiche che alcuni stanno muovendo sui social rispetto all'iniziativa che ho organizzato alla festa e del cui esito infelice mi assumo la responsabilità. Voglio però specificare come non si sia trattato in alcun modo di uno 'sdoganamento' di istanze estranee alla missione di difendere e affermare i diritti per tutti, che ci contraddistingue da sempre. Infatti era fuori dal programma del festival, ma è stato semplicemente uno dei tanti incontri che si sono svolti negli spazi offerti alle associazioni durante il Festival". Secondo Davoli "quando ci si apre a realtà diverse da noi, è naturale che il confronto possa prevedere un dibattito anche con chi la pensa diversamente da noi. Ciò che è avvenuto, purtroppo, è che è mancato il previsto contradditorio, poiché il dibattito sul Testamento Biologico, in corso anche altrove, ha portato alcuni invitati a disdire all'ultimo momento la propria partecipazione".

Un imprevisto organizzativo, insomma. Ma "tuttavia questo non ha trasformato la partecipazione di Pro Vita in una tirata selvaggia contro la cultura della diversità. Ed è anche vero che in passato anche sui temi etici sono stati svolti incontri senza contraddittorio e senza che questo suscitasse alcuna reazione. Mi scuso comunque con tutti coloro che si siano sentiti offesi nei propri valori per questa iniziativa, e, in particolare, con Andrea Casu e gli altri organizzatori, che non sono stati coinvolti e ora vengono chiamati a rispondere degli esiti. Alla luce delle reazioni che rischiano di alimentare ancora polemiche interne tra di noi ritengo sia stato un errore svolgere comunque questo incontro, che doveva essere gestito meglio. Mi permetto, però, di far notare che la solidità dei nostri ideali e il loro radicamento nel cuore delle persone, ci autorizzano a non aver paura delle idee dei nostri avversari. Proprio perché li consideriamo avversari, l'iniziativa era fuori programma", conclude Davoli. (Mgn Dire).

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