Alla ricerca del sole…nonostante tutto!
La “girasolina” Maria Antonietta si racconta…
Con la nostra Associazione di promozione sociale, come il fiore girasole, vogliamo orientarci in reazione agli stimoli luminosi, questo fiore ha fatto il giro del mondo e noi abbiamo voluto trattenerlo qui nella nostra sede a Valmontone perché ovunque cresca irradia la luce del sole indispensabile per vivere “nonostante tutto”.
Ad oggi siamo quasi trenta donne di diverse età, prevalentemente di Valmontone ma anche provenienti dai paesi limitrofi (Cave, Lariano, Gallicano nel Lazio, Palestrina), alcune colpite direttamente ed altre indirettamente da questo spiacevole intruso meglio noto come “tumore al seno”, ma tutte accumunate dallo stesso obiettivo: ritornare a vivere anzi rinascere.
Con “IL GIRASOLE” vogliamo diffondere una nuova cultura delle diversità dove l’arte diventa vita e la vita diventa arte attraverso l’organizzazione di laboratori, corsi, seminari, manifestazioni culturali, volte a sensibilizzare le donne alla “prevenzione” che è la prima forma di lotta verso l’intruso, e che spesso è risolutiva.
Nell’ambito dell’Associazione ci sentiamo veramente facenti parte di un gruppo e troviamo il sostegno e la forza di entrare in contatto con noi stesse e di trasformare l’”intruso” in un’occasione, seppure dolorosa, di rinascita.
“IL GIRASOLE” è pronto ad accogliere tutte coloro che vogliano affiancarci in questo cammino di condivisione e sostegno: “Nei momenti bui della vita, prendi esempio dal girasole: alza la testa e cercalo tu, il tuo raggio di sole”.
In questa rubrica Vi parleremo dei nostri progetti e condivideremo i percorsi intrapresi da ognuna di noi affinché dalle nostre esperienze si possano trarre spunti e stimolare riflessioni utili.
Oggi racconteremo il percorso lungo e tortuoso iniziato tanti anni fa dalla “girasolina” Maria Antonietta per intercettare, come il Girasole, quei raggi di sole per continuare a vivere “nonostante tutto”.
Quello che emerge dai suoi occhi, dalla sua voce e che vogliamo trasmettervi subito è la sua grande forza e voglia di vivere, Maria Antonietta è una delle socie più “grandi” del Girasole, sposata, madre di due figli e felicemente nonna.
La nostra amica scopre di avere un intruso al seno nel lontano 1997 dopo aver ritirato dall’ospedale una mammografia effettuata per prevenzione, lo intuisce leggendo da sola il referto in macchina che oltre ai paroloni diceva: “si consiglia una urgente consulenza chirurgica”. Fine della tranquillità, subentra la disperazione, la paura, che presto lasciano posto alla preoccupazione per la mamma, malata terminale di cui si occupa a tempo pieno, e per i figli che inevitabilmente dovranno affrontare tutto questo.
Reagisce velocemente, cerca la soluzione, consigliandosi subito con due suore infermiere professionali che le danno sicurezza oltre che utili consigli, si dirige poi al Policlicino Gemelli di Roma dove solo dopo pochi giorni viene operata ed inizia un ciclo di due mesi di radioterapia.
“Ho accettato questa nuova situazione” dice Maria Antonietta, “ci ho messo tanta tanta forza perché non volevo che i miei venissero abbattuti dalla mia disperazione, io sono sempre stata il perno della mia famiglia e volevo continuare ad esserlo, quando è servito mi sono occupata anche dei loro malanni. Certo in alcuni momenti ho pianto ma ho scelto di farlo da sola”.
Ci racconta che entra nell’Associazione, oltre che per condividere e confrontarsi, lo fa per inserire sua figlia, per integrarla in quella che considerava una nuova famiglia e che non l’avrebbe lasciata sola nel caso in cui…
Con gli occhi sorridenti ricorda che la sua famiglia ha condiviso e compreso pienamente l’essenza de “IL GIRASOLE” quando, in occasione della sfilata “passi di donna”, la nipote ha sfilato indossando il suo vestito da sposa che lei stessa aveva donato all’Associazione: in quel momento ha sentito il coinvolgimento della sua famiglia nella “nuova famiglia”.
Nonostante la trafila di periodici e costanti controlli tutto procedeva fino a quando, nel 2013, i marcatori tumorali impazziscono di nuovo a causa di metastasi ossee. Le sue condizioni peggiorano velocemente fino a rimanere quasi totalmente paralizzata. Dagli inizi del 2015, dopo la radioterapia, il sostegno di un busto ed altre cure, Maria Antonietta riacquista l’uso delle gambe e pian piano la sua autonomia.
Tutto è iniziato nel 1997, sono trascorsi quasi venti anni tra alti e bassi ma ci confida che l’ansia che ha provato all’inizio non l’ha mai lasciata, non si è fatta abbattere ma non ha mai ritrovato dentro di sé l’”Antonietta” di prima. Ci confida anche che la cosa che più la infastidisce è la sensazione di discriminazione che percepisce ogni qual volta le viene impedito di raccontare la sua avventura perché gli altri non vogliono sentir parlare di certe malattie, mentre per lei la condivisione è un momento in cui si sente meno sola e più forte ed è stimolata continuare a vivere “nonostante tutto”.
Maria Antonietta conclude questa intervista invitando alla prevenzione.
Pagina facebook: Il “GIRASOLE”
Foto di Bruno Pantaloni Pantaphoto