Allarme Naspi, questi lavoratori sono nei guai: non riceveranno nemmeno un euro | Ridotti in stato di povertà

Naspi

Naspi - Fonte Pixabay - Ilquotidianodellazio.it

Brutte notizie per chi percepisce la Naspi, per una categoria di lavoratori le cose si mettono male. Tutti i dettagli della notizia

Oggi più che mai, il mondo del lavoro sta attraversando un periodo abbastanza difficile. I conflitti tra datore di lavoro e lavoratore sono sempre più frequenti così come i licenziamenti.

Peggio ancora per chi è in cerca di occupazione costretto molte volte ad accettare condizioni contrattuali che non garantiscono nessuna sicurezza economica.  Il fenomeno del precariato poi, è diventato un serio problema.

In merito invece alle dimissioni e disoccupazione, a breve un nuovo provvedimento del governo è pronto a regolamentare questo aspetto. Si tratta del DDL Lavoro, un atto molto importante che sta per essere definitivamente approvato e introdurrà una novità che modificherà alcuni aspetti del rapporto tra lavoratore e datore di lavoro.

Questa modifica potrebbe aumentare ulteriormente il numero di cause nei tribunali, in un contesto già complesso tra dimissioni, disoccupazione, Naspi e licenziamenti.

Il rapporto conflittuale tra datore di lavoro e lavoratore

Una misura molto importante che viene erogata al lavoratore quando perde il proprio posto, è l’indennità di disoccupazione Inps, anche come conosciuta come Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). La Naspi però, viene concessa esclusivamente quando c’è stata una perdita involontaria del lavoro e non in caso di dimissioni volontarie. Salvo quelle per giusta causa, l’indennità non viene riconosciuta.

Chiaramente, il lavoratore non ha nessuna convenienza a presentare le dimissioni volontarie poiché perderebbe il diritto alla Naspi. Viene quindi a instaurarsi un rapporto in cui il lavoratore cerca di farsi licenziare mentre il datore di lavoro cerca di indurlo alle dimissioni. Entrambe le parti, quindi, cercano di tutelare i propri interessi, pur riconoscendo che il rapporto di lavoro non può proseguire. Inoltre, il datore di lavoro secondo la legge numero 92 del 2012 ha introdotto, con l’articolo 2, il cosiddetto “ticket licenziamento”. Questo contributo deve essere versato dal datore di lavoro che licenzia un dipendente per finanziare una parte dell’indennità di disoccupazione spettante al lavoratore.

Naspi
Naspi – Fonte Pixabay – Ilquotidianodellazio.it

Naspi a raschio per questi lavoratori non sarà più concessa

Una novità introdotta dall’attuale esecutivo mira a modificare l’articolo 26 del Decreto Legislativo 151 del 2015, ossia il Jobs Act, aggiungendo un nuovo comma. Questa norma, ancora non ufficializzata, introduce nuove disposizioni riguardanti le assenze ingiustificate, le dimissioni, i licenziamenti e la Naspi.

In sintesi, se un dipendente accumula 15 giorni (invece dei 5 inizialmente previsti nel DDL) di assenze ingiustificate, il datore di lavoro può considerare il rapporto di lavoro risolto, e il lavoratore viene considerato dimissionario. Ciò significa che, anche senza dimissioni volontarie esplicite, il lavoratore perde il diritto alla Naspi.