Ambiente, come ti abortisco un Referendum
di Remo Sabatini
La conta dei voti del Referendum più boicottato del secolo non era ancora terminata che, in Liguria, si apriva una falla da una raffineria. Tonnellate di oro nero cominciavano a riversarsi nei torrenti. Iniziava la corsa contro il tempo per impedire che la marea nera finisse in mare. Ad oggi, quella corsa e quella emergenza non sono terminate, con la fauna e la flora di quei territori distrutta, si cerca ancora di minimizzare l’accaduto nonostante la gente di quelle località continui a denunciare malori.
Per la serie “..in Italia non sono mai accaduti incidenti”, come strombazzava qualcuno nelle settimane precedenti il referendum di domenica scorsa, abbiamo trasmesso un breve bollettino sulla drammatica vicenda che si sta vivendo sulla costa ligure. Nel frattempo, anche dalle parti di Portofino, ci si interroga sul fatto: “non è che a forza di dire che non si erano verificati incidenti petroliferi in Italia, ha portato jella?”.
Al di là delle battute da “popolino” che, chi vive nei palazzi del potere, con mille facilitazioni e zero possibilità di rischiare la pensione, non può capire e nemmeno immaginare, di incidenti legati al petrolio, in Italia c’erano già stati e anche gravi. Come quello accaduto negli anni 60 e che costò la vita a diversi operai. E’ vero che l’obiettore di referendum, è troppo giovane per ricordare episodi accaduti in un’epoca che, al giorno d’oggi e per certi versi somiglia più al Giurassico che all’età della grande ripresa economica del dopoguerra. Ma, in suo aiuto, c’era il pensionato d’oro del Colle che, così come lo aveva appoggiato sulla campagna sul tema: referendum da evitare a tutti i costi, avrebbe potuto passargli sotto banco quella informazione così da evitare l’ennesima figuraccia. In ogni caso, come è divenuta prassi in questo Paese, dell’inesattezza non se n’è accorto nessuno. Talmente nessuno, che in pochi sapevano del referendum stesso, in pochissimi di cosa si trattasse, in ancora meno del significato dei SI’ e NO. Soltanto un paio, infine, coloro che avevano ricordato di portare le matite.
Così, mentre ci si chiede come sia possibile che, in un Paese democratico, alti rappresentanti di un Governo prendano la parola per invitare la popolazione a preferire la gita fuori porta alle urne, e poi, successivamente e dopo aver convinto il qualunquismo dilagante, tanto da impedire il raggiungimento del quorum, addirittura a rinfacciare alla gente che non arriva a fine mese, i 300 milioni di euro spesi per l’allestimento di un flop annunciato, tutto proseguirà come prima.
Come nulla accaduto. D’altronde, è noto, questo è il Paesello degli scordarelli perché la affascinante e desiderata ministra che rinfaccia i milioni a chi si è preso la briga di esercitare il proprio diritto/dovere di voto, dimentica i quasi 90 miliardi di tasse non riscossi e regalati al giro delle slot e video poker. Probabilmente, con quei soldini, si sarebbero potuti sanare diversi buchetti, compresi quelli per i quali, oggi, gli stessi benefattori, continuano a spremere un popolo alla frutta.
Intanto, in Liguria, la marea nera sta arrivando al mare.