Bandiera nera per la foce del Fosso Grande ad Ardea e per la foce del fiume Marta a Tarquinia, che per l'ottavo anno consecutivo risultano fortemente inquinati. Dei 23 punti monitorati lungo le coste laziali, ben 11 presentavano cariche batteriche elevate. Allarmante la situazione complessiva nella Provincia di Roma.
È questo il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste laziali dall'equipe tecnica di Goletta Verde, storica campagna di Legambiente dedicata al controllo ed all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, presentato questa mattina nella sede dell'associazione in via Firenze a Roma.
Come ogni anno Legambiente assegna le Bandiere nere ai luoghi "peggiori" del litorale italiano. I controlli finora hanno riguardato le regioni Liguria, Sardegna, Toscana e Lazio. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e hanno considerato come "inquinati" i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e "fortemente inquinati" quelli che superano di piu' del doppio tali valori.
Dei 23 punti monitorati lungo le coste laziali, ben undici sono risultati con valori di inquinanti elevati e addirittura per nove di questi il giudizio è di "fortemente inquinato". In questi luoghi non c'e' alcun segno di miglioramento, anzi peggiorano di anno in anno.
A guidare questa poco lusinghiera classifica ci sono la foce del Fosso Grande ad Ardea e la foce del fiume Marta a Tarquinia che per l'ottavo anno consecutivo risultano fortemente inquinati. A seguire (settimo anno consecutivo) la foce del rio Santacroce di Gianola – Formia; la Foce fiume Tevere a Ostia (sesto anno); c'è poi sempre ad Ardea la Foce del Rio Torto fortemente inquinata per la sesta volta in sette anni e, infine, la foce del canale Crocetta a Torvajanica (quattro anni).
Allarme rosso a Roma e provincia dove, quasi ogni fiume o rivolo scarica materiali fecali. "Un inquinamento di questo tipo porta infezioni gastrointestinali sempre piu' frequenti nei bambini. Fare il bagno in una latrina a cielo aperto porta a questo", è il commento di Cristina Patrizi del Sindacato medici italiani intervenuta in conferenza stampa.
"Per tali motivi- fa sapere Legambiente- assegniamo la Bandiera nera a questi luoghi e alle amministrazioni che negli anni si sono qui succedute, e che non si sono impegnate nella risoluzione degli evidenti deficit depurativi compromettendo così l'ecosistema marino, la salute dei bagnanti e la stessa economia turistica della zona".
Migliore la situazione nella provincia di Latina dove la presenza di microrganismi fecali è risultata quasi sempre entro i limiti, a parte l'ulteriore pessimo risultato del Rio Santacroce a Formia nella spiaggia di Gianola. I bagnanti non se la passano bene neanche sul fronte dell'informazione.
"La cartellonistica in spiaggia è ancora troppo scarsa, quasi inesistente anche nel Lazio", dice Legambiente. "Merce rara, anche se obbligatoria da tre anni per i comuni costieri: rispetto ai 23 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde ne hanno avvistato solo uno", aggiunge. Il solo cartello è stato fotografato presso la foce del porto canale Loricina a Nettuno, un punto che per le autorità competenti è vietato alla balneazione.
Per Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, "a partire da Ardea, la peggiore, poi Tarquinia, passando per Anzio, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Formia e ovviamente Roma e con la pessima concentrazione di punti inquinati proprio nel litorale della provincia di Roma, tutti devono e possono realizzare un controllo maggiore degli scarichi abusivi e un monitoraggio responsabile della qualita' del mare".
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