La temperatura media del Pianeta continua a salire. Dallo scorso novembre ad oggi sono stati registrati i mesi più caldi di sempre tanto da tornare a far preoccupare persino la Nasa che, per bocca di Gavin Schmidt, il loro capo dei climatologi, mette in dubbio la possibilità del miglioramento prospettato nella scorsa COP 21, la Conferenza Mondiale dell’Onu sul clima tenutasi a Parigi nel dicembre scorso e che aveva fatto registrare un timido intervento per limitare l’emissioni nell’atmosfera così da limitare l’aumento della temperatura media globale, da parte di alcuni dei 195 Paesi presenti.
“Non era mai accaduto che la Terra si riscaldasse con questi ritmi nell’ultimo millennio”, ha dichiarato Schmidt al Guardian. “Negli ultimi 30 anni, ha proseguito, ci siamo trovati a muoverci in un territorio del tutto eccezionale e mai visto da mille anni a questa parte. Nessun periodo, ha spiegato, ha il trend del ventesimo secolo e le anomalie date dai grafici presi in esame appaiono evidenti”.
Sono anni, purtroppo, che l’effetto del surriscaldamento e dei cambiamenti climatici in atto si “apprezzano” in ogni angolo del globo. Dai ghiacci dell’Artico che si sciolgono fino ai mari in sofferenza per via dell’improvviso riscaldamento delle acque che sta definendo nuovi confini per la fauna marina, decimando coralli e intaccando l’intera catena alimentare costretta a fare i conti con dei cambiamenti così drammatici e repentini.
Qualche dato? Lo fornisce la stessa Nasa quando indica in 1,38 gradi centigradi il picco raggiunto dalla media globale rispetto ai livelli sperimentati nel diciannovesimo secolo. Un dato che, già da solo, preoccupa se si pensa al limite di 1,5 gradi indicato alla Cop 21 di Parigi, limite oltre il quale, era stato precisato, si sarebbero potuti registrare effetti devastanti sulla Terra.
Previsioni a breve termine? Non appaiono lusinghiere, almeno stando a quello che ogni giorno si registra in giro per il mondo e alle parole di Schmidt che ha concluso, “.. mantenere l’aumento della temperatura entro un grado e mezzo richiede significativi e consistenti tagli di emissioni di CO2. Non stiamo riducendo le emissioni di gas a effetto serra nemmeno per rimanere entro i 2 gradi che sono stati indicati come limite massimo”. Se non ci sarà una brusca inversione di marcia da parte di tutti i Paesi, i prossimi decenni si annunciano drammatici e con cambiamenti epocali cui sarà difficile, se non impossibile, fare fronte.
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