Categorie: Ambiente

Ambiente, la temperatura media dell’Artico continua a salire

Gli ultimi anni hanno fatto registrare cambiamenti climatici epocali che, soltanto venti anni fa, si sarebbero potuti “apprezzare” soltanto al cinema grazie alla computer grafica e a effetti speciali da Nomination.

Poi, improvvisamente, quei film e quelle trame, avevano lasciato le sale cinematografiche e si erano trasferiti nelle nostre città, sui nostri monti, nei nostri mari. E non erano bastati i ripetuti allarmi del mondo scientifico tacciato di stregoneria, né, tantomeno, le immagini del docufilm di Al GoreUna scomoda verità” che avrebbe tracciato la via, anticipandone i tempi, del disastro ambientale in atto in ogni angolo del Pianeta. Dalla violenza di tempeste e tornado, fino alla desertificazione e allo sbiancamento di gran parte della Grande Barriera Corallina, per arrivare allo sconvolgimento dei ritmi naturali che, da sempre, regolano la vita sulla Terra, tutto aveva cominciato a cambiare.

Caldo, troppo caldo. La media delle temperature mondiali del Pianeta Terra non ha fatto altro che registrare record su record da oltre un anno a questa parte. Complici le emissioni di CO2 dei Paesi industrializzati, vecchi e nuovi, così come  la crescita abnorme e non sostenibile degli allevamenti intensivi di bestiame, sembra di essere arrivati a quel punto di non ritorno evocato anche da Di Caprio, nonostante le varie COP 21 e 22 (gli incontri internazionali sul clima cui partecipano Paesi di tutto il mondo) siano state propositive e piene di buoni pensieri  ma che, tuttavia e ancora, non sembrano divenire mai realtà degne di nota.

E allora, anche l’Artico, il grande Continente Bianco, comincia a subire pesantemente le scellerate malefatte umane. Con il ghiaccio che si scioglie e gli orsi polari che muoiono di fame o che addirittura annegano perché non trovano più quegli approdi sicuri che la Natura aveva previsto per loro da migliaia di anni, per non parlare della miriade di creature di mari e oceani che hanno cambiato rotta significando stravolgimenti nella catena alimentare marina, c’è poco da stare allegri. Lungi dal sottoscritto l’intento beffardo del menagramo, sono i dati e le immagini, la gente di quei luoghi e la Natura stessa a parlare.

L’ex Presidente Obama, tanto per fare un esempio, mesi fa, in occasione di un suo viaggio sulle coste dell’Alaska cui era stato invitato perché potesse constatare di persona i tragici risultati del riscaldamento globale, era rimasto stravolto, tanto che, per la prima volta, un Presidente americano si sarebbe poi espresso con parole che lasciavano poco spazio all’immaginazione. “Se l’uomo non cambierà presto il suo modo di vivere, aveva detto, se non ridurremo drasticamente le emissioni di CO2 in atmosfera, ci troveremo di fronte ad una catastrofe di proporzioni inimmaginabili con migrazioni di milioni e milioni di persone costrette a lasciare le proprie case e i propri Paesi a causa dei cambiamenti climatici che porteranno desertificazione e inondazioni delle fasce costiere del Pianeta. Non possiamo e non dobbiamo lasciare un mondo come quello che si prospetta ai nostri figli.”.

Sembra passato un secolo da quelle parole e, allo stesso tempo, sembra ieri. La politica, anche statunitense, aveva lasciato a desiderare, sotto il profilo ambientale e anche con Obama alla Casa Bianca ma, quelle ore in Alaska, avevano significato molto per lui. Poteva essere un inizio.

Nel frattempo, lassù al Polo, il ghiaccio continua a sciogliersi. Piano piano, in maniera quasi impercettibile. Complice l’inverno, la distesa bianca si restringe mescolando il dolce al salato. I ragazzi della NOAA, l’agenzia statunitense per la meteorologia, hanno registrato un notevole ritardo (l’ennesimo record) nella formazione autunnale di ghiaccio marino tanto da causare ampi scioglimenti di ghiaccio in Groenlandia. Tutto, con il termometro che ha fatto registrare ben 2 gradi in più rispetto alla media del periodo che va dal 1981 al 2010. In Australia e Sud Africa, Babbo Natale è in costume da bagno e solca le onde dell’oceano con la sua tavola da surf. Già, ma quella è un’altra storia..

*Foto di Mauro Picone per gentile concessione

Redazione

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