Costume

Anche Biancaneve e i sette nani sotto la mannaia del politically correct

Tanto tempo fa, c’era una regina che cuciva seduta accanto alla cornice della finestra. Mentre guardava la neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero sulla neve.

“Vorrei tanto avere una bambina bianca con la pelle bianca come la neve, le guance rosse come il sangue e i capelli neri come il legno di questa finestra” pensò la regina, che non aveva mai avuto una figlia. Poco tempo dopo, le nacque una bambina dalla pelle bianca come la neve…

Così inizia “Biancaneve e i sette nani”

Biancaneve e i sette nani è la popolarissima favola scritta dai fratelli Grimm e pubblicata nel 1857. Dal titolo e dal l’incipit due cose sono chiare: la protagonista ha la pelle bianca, anzi, bianchissima, e i sette coprotagonisti sono nani.

Eppure la Disney sta lavorando ad una trasposizione cinematografica con attori in carne ed ossa che vedrà interprete principale l’attrice Rachel Zegler di evidenti origine latine ( colore della pelle tutt’altro che bianco ).

Come se non bastasse, la scelta di assumere attori affetti da nanismo per interpretare i sette piccoli minatori è stata spazzata via dalla furia di un attore nano, Peter Dinklage, che deve la fama al personaggio interpretato nella serie “Il trono di spade”. Non si capisce bene perché abbia espresso il proprio disappunto in maniera estremamente dura contro la scelta della Disney che avrebbe voluto attori nani per interpretare dei nani! Ci viene il dubbio che se la casa di produzione avesse, come prima scelta, preferito sette attori “normalmente alti” lo stesso Dinklage avrebbe tuonato urlando alla discriminazione e alla esclusione di protagonisti “diversamente alti”.

Ci saremmo aspettati quantomeno una manifestazione indetta dagli abitanti del comune di Rosagna, in provincia di Parma, dove per anni, fino al 1984, era uso eleggere annualmente, con il titolo di Re nasone, il cittadino dalla protuberanza facciale più grande.

Pregiudizio e retorica su Biancaneve e i sette nani

Già, perché l’indignato Dinklage (dal naso piccino) non ha esitato ad accettare il ruolo di Cyrano De Bergerac, il quale, notoriamente e per trama del romanzo, non era nano e aveva soprattutto, per caratteristica peculiare e fondamentale sulla quale la storia si basa, un naso decisamente importante.

Sembrerebbe quindi che i nani non possano interpretare dei nani perché sarebbe uno stereotipo offensivo, ma un nano può, anzi deve, interpretare un personaggio che, per copione, nano non è.

Sarebbe un po’ come se la IFBB (International Federation of Bodybuilding and Fitness) si opponesse alla scelta di una casa di produzione cinematografica che avesse scelto un culturista per interpretare un film su Ercole, e un culturista incarnasse, in una pellicola cinematografica, il mingherlino Stanlio.

Siamo un po’ confusi.

Ci piacerebbe fosse più chiaro il meccanismo con cui operano le scelte degli attori, nel mondo dello spettacolo, i responsabili del politicamente corretto e a quali nuove regole siano obbligati (o forse opportunisticamente accondiscendenti) a sottostare.

Si vocifera di una rivoluzione nel mondo dei film per adulti dopo che un’associazione dei normodotati pare abbia manifestato contro le proporzioni fuori misura degli attrezzi del mestiere di Rocco Siffredi e colleghi, pretendendone un ridimensionamento…

Marcello Catalano

Cantante, musicista e attore. Di origine libanese frequenta da oltre 40 anni il Marocco dove svolge la professione di artista. Appassionato di storia e di religione è un attento conoscitore del mondo arabo e dell'Islam.

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