Anci Lazio, Restaini: “Castelli come Mimmo Lucano, gli siano concessi i domiciliari”
Un amministratore Massimo Castelli che non si è mai risparmiato nell’interesse dei suoi concittadini e delle istituzioni
“Alla notizia dell’arresto di Massimo Castelli, coordinatore nazionale della Consulta Piccoli Comuni di ANCI, “ci ha dichiarato Lubiana Restaini, ho avuto un tuffo al cuore. Conoscendo personalmente da tempo Massimo, la sua umanità, il suo disinteresse per il potere che gli deriva da una concezione della pubblica amministrazione completamente vocata al paesino che amministra, Cerignale (Piacenza), e ai suoi cittadini, la sua modestia e gentilezza, quelle accuse che comportavano l’arresto mi sono sembrate enormi, esagerate, impossibili.
Massimo Castelli come Mimmo Lucano
Ora dopo una tranquilla riflessione e leggendo quel che viene avanti, ha continuato la Coordinatrice, mi è venuto in mente un altro Sindaco incorso nei rigori assoluti della legge, Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, che per aver amministrato in modo innovativo, coraggioso, con risultati eccezionali ma fuori dalle righe, si è visto comminato un quasi ergastolo.
Sono convinta che Massimo non abbia toccato un euro per se o altri. E che l’ammontare pecuniaria delle operazioni sia minimo; sono convinta, e Cerignale sta lì a dimostrarlo con la sua pulizia ordinata, il suo centro storico curato, le sue opere originalissime, che Massimo è un amministratore straordinario ed un Coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni Italiani migliore di sempre.
Un amministratore che si è dedicato ai Piccoli Comuni
Certo un piccolissimo comune pieno di problemi decennali, abbandonato da anni di trascuratezza legislativa, tagli e taglieggi, sta stretto dentro le norme complicate e capziose che ne regolano la vita: sono le stesse di Roma Capitale!.
Qualche ingenuità l’avrà commessa: meno asfalto qui, una frana rimossa là: cose di questo tipo immagino. Quello che a nome della Consulta chiedo è che gli vengano concessi subito gli arresti domiciliari e che non venga trattato come un delinquente dannoso e pericoloso per la società, ma almeno come un amministratore che sbaglia, in buona fede come credo per Massimo, e quindi degno e meritevole di un trattamento umano e proporzionale all’entità dei fatti”.