Emma D’Aquino non ha bisogno di presentazioni. E’ un volto noto del giornalismo televisivo. E’ una delle conduttrici del Tg ammiraglia di Rai1, quello delle 20:00. E’ alla sua prova d’esordio come scrittrice e nel suo libro “Ancora un giro di chiave” ha scelto di raccontare in prima persona la storia di Nino Marano, un ergastolano uscito dal carcere nel 2014, provato da anni e anni di detenzione. La sua è una storia umana davvero commovente, fatta di saliscendi, ma è anche una denuncia del sistema giudiziario degli anni ’70.
Emma D’Aquino (Catania, 1966) laureata in Scienze Politiche, in Rai dal 1997, è stata a lungo inviata di Porta a Porta. È stata inviata a New York dopo l’attentato alle Torri Gemelle, ha seguito i più importanti fatti di cronaca, da Cogne all’omicidio di Sarah Scazzi e Meredith Kercher, dal terremoto dell’Aquila al crollo del Ponte Morandi a Genova. Nel 2003 approda al Tg1, lavorando nelle redazioni di Tv7 e Speciale Tg1. Dopo aver condotto il Tg1 delle 13:30, ora conduce l’edizione delle 20:00.
È il 31 gennaio del 1965 quando Nino Marano entra in carcere per aver rubato melanzane e peperoni, la ruota di un’Ape e una bicicletta. L’aveva rubata, racconta, “per andare a lavorare come manovale, non l’avessi mai fatto. Ci sono rimasto per un’eternità. La cella, la coabitazione coatta mi hanno trasformato. Dietro quelle sbarre le mie mani si sono macchiate di sangue e io sono diventato un assassino”. I l presidente della Repubblica è Giuseppe Saragat, s’inaugura il traforo del Monte Bianco e i Beatles arrivano in Italia ma Nino sembra uscito da un romanzo di Verga: menzanu, mediano di cinque figli, madre casalinga, padre bracciante, una casa “che puzzava di fame”. Non ha neanche un avvocato quando un giudice si occupa per la prima volta di lui: i furti vengono considerati “in continuazione”, fanno cumulo, e lui si ritrova con una condanna a quasi undici anni. Entra ed esce di prigione fino al 13 giugno del 1973, quando varcando la soglia del penitenziario di Catania ha inizio il suo peregrinare, da nord a sud, per le patrie galere: da Pianosa a Voghera, da Alghero a Porto Azzurro fino a Palermo, spesso nelle sezioni di Alta Sicurezza. I l 22 maggio 2014, dopo quarantanove anni, due omicidi, due tentati omicidi e due condanne all’ergastolo, Nino Marano, il detenuto più longevo d’Italia per reati commessi in carcere, ha ottenuto la libertà condizionale e si è riaffacciato al mondo, compiendo la sua “metamorfosi”.
L’incontro per “Ancora un giro di chiave. Nino Marano. Una vita fra le sbarre”, organizzato dal Consorzio de “I Castelli della Sapienza”, è in programma sabato 21 settembre 2019 alle ore 18:30 presso l’ex Granaio Borghese di Artena. A intervistare Emma D’Aquino sarà l’assessore alla cultura Lara Caschera.
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