Il 6 maggio presso la Libreria Ibs di via Nazionale a Roma si è tenuta la presentazione del romanzo ‘Vittoria. Una storia degli anni Settanta’ (Giubilei Regnani, 2014) della giornalista del Secolo d’Italia Annalisa Terranova che in questo libro racconta, tra autobiografismo e filtro narrativo, di Vittoria, una ragazzina nata e cresciuta in una famiglia missina e della sua militanza presso la sezione di Colle Oppio, fino a giungere allo sguardo maturo e critico dell’età adulta.
L’incontro è stato aperto da Francesco Vergovich, direttore responsabile di Radio Radio, e dalla giornalista Mariagloria Fontana che ha introdotto in modo critico e puntuale i temi del romanzo facendo volutamente riferimento al contento politico ‘opposto’: Memorie di una ragazza perbene di Simone de Beauvoir che, sebbene in un quadro diverso, ben fa capire il carattere di ‘formazione’ delle esperienze politiche e personali della protagonista. “La caduta degli dei”, come caduta dei padri e di certe speranze, è stato uno degli argomenti con i quali si è introdotto il disincanto della maturità e quel senso di estraneità nei confronti di certe derive politiche.
La parola è passata poi al curatore della prefazione del libro, lo scrittore Premio Strega 2010 Antonio Pennacchi, che con il suo eloquio colorito ha coinvolto il pubblico nei racconti delle proprie esperienze personali citando personaggi ed eventi con quella sua caratteristica modalità comunicativa tesa, talvolta, al vero ‘intrattenimento’ tra goliardia e serietà. Intervento culminato nell’ammissione di responsabilità e nella conferma che quegli anni in cui ‘si andava in giro con il coltello in tasca’ e ci si scagliava contro presunti ‘nemici’ sono stati uno sbaglio da non ripetersi mai più.
La presentazione è terminata con le parole della stessa autrice che ha ripercorso alcuni momenti di quel particolare periodo storico attraversato da tensioni e continui scontri sottolineando l’onestà della propria famiglia e la crudezza con la quale si è confrontata una generazione ‘cresciuta forse troppo presto’ come la stessa Vittoria. Con qualche riflessione su un’ideologia ormai perduta e con qualche dubbio riguardo al presente della politica e della società italiana, che ha perduto anche i riferimenti a concetti come il Bene e il Male, si è concluso il piacevole incontro con Annalisa Terranova e la sua Vittoria.
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