Si aprono le porte del carcere per Maricetta Tittito, conosciuta a molti come la paladina dell’Antimafia e della lotta alla violenza sulle donne come Presidente dell’associazione “Laboratorio Una Donna“. Solo pochi giorni fa aveva preso parte all’inaugurazione di una «panchina rossa» a Tor Vergata contro la violenza sulle donne. Uno dei tanti impegni per la legalità, anche al fianco dei vertici delle forze dell’ordine e di esponenti politici.
A firmare l’ordine di custodia cautelare in carcere il gip di Velletri che ha consegnato alla polizia il mandato per cinque provvedimenti di custodia e 385 mila euro in sequestro di beni. Quattro su cinque le donne finite nei guai, una destinataria di provvedimenti di detenzione ai domiciliari, una con obbligo di firma e interdizione per un anno dalla professione medica.
Un solo uomo, anche lui sottoposto agli arresti domiciliari. Le accuse mosse ai cinque indagati sono pesanti: da omicidio con dolo eventuale, circonvenzione di incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, con l’aggravante di aver commesso il fatto per conseguire profitto.
A carico della Tirrito, nun sequestro preventivo di circa 385 mila euro in quanto promotrice e organizzatrice di un «collaudato sistema di spoliazione e appropriazione del patrimonio, economico e immobiliare, di soggetti anziani affetti da gravi patologie psicofisiche», si legge nelle carte.
Le indagini sono state avviate dal commissariato di Anzio/Nettuno, in seguito alla segnalazione ricevuta da alcuni conoscenti di una delle vittime, a dire delle quali l’uomo era vittima di condotte di circonvenzione messe in atto nell’ambito di una struttura apparentemente destinata al Cohousing (un modello di assistenza in grado di differenziare l’offerta in base alle esigenze degli ospiti sostenendone l’invecchiamento attivo e la conservazione dell’autonomia), in realtà, è stato accertato, si trattasse di una residenza sanitaria assistenziale per anziani priva di autorizzazione nella zona di Ardea.
Gli agenti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza nei confronti delle quattro persone che ora sono raggiunte dai provvedimenti di custodia in carcere o domiciliare. Tra esse un medico che ha collaborato con Maricetta Tirrito affinché le vittime, raggirate, sottoscrivessero dei documenti nei quali confluire la loro pensione in carte prepagate gestite dalla donna.
Due delle vittime di raggiro, di 76 e 72 anni, sono morte fra il 2022 e l’inizio del 2023 di stenti e scarsa assistenza medica e igienica, dopo che, per l’accusa, la donna e i suoi complici erano subentrati con false procure nella gestione del loro patrimonio.
In uno dei casi documentati il medico si è reso complice della stesura di una falsa certificazione di incapacità di intendere e volere di un uomo di ottantacinque anni al fine di consentire che quest’ultimo sottoscrivesse una procura speciale a vantaggio della principale indagata per un immobile di pregio ubicato ad Anzio.
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