Anzio, ancora una volta, si afferma come centro di riferimento gastronomico non solo di tutto il tratto costiero laziale ma resta un faro per la cucina marinara a livello nazionale. Il voler mantenere questa posizione di rilievo, nel panorama della cucina italiana, ha portato, ultimamente, i ristoratori a rispolverare alcuni dei piatti tipici della tradizione popolare di Anzio con lo scopo di non perdere la storia e le origini di quella cucina che oggi è divenuta il vero tesoro della città che diede i natali all’imperatore romano Nerone. Tra i tanti piatti della cucina povera è stato scelto, da tutti i ristoratori, quello ritenuto più emblematico, la minestra di pesce. Tale l’impegno dei ristoratori da aver coinvolto anche l’amministrazione comunale e da aver concordato di voler offrire agli ospiti di tutti i ristoranti, fino al 15 ottobre, il piatto come punta di diamante del proprio menu.
Nonostante siamo fuori tempo massimo abbiamo voluto scegliere, tuttavia, uno dei ristoranti che, tra le tante, offre anche questa specialità della cucina tipica anziate, appunto la minestra di pesce alla portodanzese; parliamo del ristorante la Piazzetta, sito in pieno centro, nel cuore di Anzio, il cui proprietario, Marco, ci spiega immediatamente che la storia di questo piatto e le sue origini sono legate, a suo dire, da un lato a una tradizione popolare che ha un po’ il sapore quasi di una leggenda e dall’altro a una storia più reale e concreta. La prima, ci spiega, “è legata a quei giorni di cattivo tempo in cui i pescatori non uscivano in mare; in quei giorni, infatti, le mogli usavano ciò che avevano a disposizione: gli sgavaglioni che venivano prima lessati e poi passati, pomodori locali per preparare la minestra e il pane raffermo che veniva inzuppato nel piatto lasciandolo in ammollo”.
La seconda storia, molto più realistica, è legata comunque al mondo marinaro e alla pesca giornaliera quando “i pescatori, rientrando dalla pesca, selezionavano il pesce da mettere in vendita e destinato ai mercati di Roma, di Velletri e di Anzio; il pesce di minor pregio per tipologia o pezzatura veniva trattenuto e veniva utilizzato in parte per la minestra. C’era chi la mangiava subito mentre c’era chi dopo aver preparato la minestra la conservava per il giorno dopo condendola con olio e spezie oltre che con l’aggiunta, a volte, delle acciughe di Anzio e altri ingredienti esclusivi oltre che gli spaghetti spezzettati alla fine”. Il ristorante di Marco è accogliente e l’aspetto, oltre che la cordialità, la gentilezza e la sua affabilità ci fanno sentire subito a nostro agio, un po’ come a casa della zia o della nonna dove, in modo esclusivo, gustiamo piatti e sapori che, ormai, stanno sparendo perdendosi.
La qualità dei prodotti utilizzati, la freschezza del pesce che ogni giorno viene acquistato dal pescato delle barche dei pescatori, l’accortezza nella preparazione dei piatti, l’attenzione per il cliente che è posto al centro di un lavoro gastronomico certosino, fanno del ristorante La Piazzetta un punto di riferimento certo per chi desidera riappropriarsi, gustandoli, dei piatti della tradizione la cui caratteristica è la loro semplicità unita ad un equilibrio di sapori tra gli ingredienti utilizzati. “Novembre sarà il mese dedicato alla triglia, – aggiunge Marco – non a caso chiamata la regina del mare, della quale gli antichi romani erano ghiotti per la prelibatezza della sua carne, tuttavia non tralasceremo di proporre ai nostri clienti la minestra di pesce che in un certo senso è l’emblema della cucina tipica di Anzio.”
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