Nuova “tegola” per il Comune di Anzio. Mancano all’appello 17 milioni di euro per bollette non pagate della vecchia Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani. L’assessore alle Finanze, nei giorni scorsi, ha riunito i dirigenti e li ha invitati a trovare una soluzione, altrimenti il dissesto è dietro l’angolo.
Tra il 2008 e 2013 i soldi non sono stati incassati e a quanto sembra nessuno è andato a cercare i contribuenti. Una scelta consapevole? Di certo lasciare indietro questo tipo di recupero per dare spazio a quello dell’Ici avrebbe consentito al personale di ottenere un “aggio” del 2%. Cosa è successo realmente dovranno spiegarlo gli uffici, di sicuro anche nella relazione della Ragioneria generale dello Stato si afferma che qualcosa non è quadrato nel“recupero Tia evasa”.
L’evasione ammonterebbe al 40%, un trend confermato anche con le ultime fatture scadute il 28 febbraio. “E’ singolare che il direttore generale, Franco Pusceddu, corrispondesse al responsabile dei tributi, Luigi D’Aprano, il100% delle indennità per gli obiettivi raggiunti – dice il segretario del Psdi, Paride Tulli – se i risultati sono questi e l’obiettivo era di mandare a fondo il Comune ci sono riusciti. Nel frattempo D’Aprano andava a fare corsi formazione in tutta Italia e risulta consulente in altri Comuni, mentre Mercuri che era assessore finanze diceva in consiglio che andava tutto bene
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