La Camera ha detto si al disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati. La Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera si sono astenuti. Il M5S ha votato contro.
Per il ministro Orlando ci troviamo di fronte ad un "passaggio storico": "La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati».
Il ministro aggiunge che la riforma andrà comunque monitorata in concreto, nel futuro: «Valuteremo laicamente gli effetti – assicura il guardasigilli – e siamo pronti a correggere alcuni punti». «Ma ritengo che sarà sufficiente la giurisprudenza a chiarire che molti dei pericoli paventati non hanno riscontro».
La nuova norma, che riforma la legge Vassalli del 1988, mantiene il concetto di "responsabilità indiretta": il cittadino, nei casi previsti dalla legge, potrà fare ricorso contro lo Stato che, a sua volta, si rivarrà sul magistrato.
Rispetto alla legge precedente, però, vi sono importanti novità in quanto: 1) la soglia economica di rivalsa del danno è stata innalzata fino alla metà stipendio del giudice; 2) il filtro di ammissibilità dei ricorsi fino ad oggi esistente, è stato eliminato; 3) la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.
Negativa, naturalmente, è l'opinione dell'Associazione Nazionale Magistrati: "È un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati".
Ma riassumiamo i punti principali del provvedimento:
1) Responsabilità indiretta
Lo Stato, su ricorso proposto dal cittadino vittima di "malagiustizia", risarcisce direttamente i danni potendo solo in seconda battuta rifarsi sul magistrato. Il cittadino che ha patito un danno ingiusto, in altri termini, potrà esercitare l’azione risarcitoria esclusivamente nei confronti dello Stato.
2) Obbligo di rivalsa
L’azione di rivalsa è obbligatoria per lo Stato e dovrà essere esercitata entro due anni dalla sentenza di condanna nel caso di diniego di giustizia o quando la violazione è stata determinata da dolo o negligenza inescusabile. Quanto all’entità della rivalsa, cresce la soglia attualmente fissata a un terzo: il magistrato risponderà ora con lo stipendio netto annuo fino alla metà. Se vi è dolo, l’azione risarcitoria è però totale.
3) Soppressione del “filtro”
Il controllo preliminare di ammissibilità della domanda di risarcimento contro lo Stato, fino ad oggi esercitato dal Tribunale distrettuale, è stato eliminato.
4) Confini della colpa grave
Le ipotesi di colpa grave del magistrato sono state ampliate: oltre che per l’affermazione di un fatto inesistente o la negazione di un fatto esistente, scatterà la colpa grave anche nel caso in cui vi sia da parte del magistrato la violazione manifesta della legge e del diritto comunitario e il travisamento del fatto (macroscopico ed evidente) o delle prove. Colpa grave sarà anche l’emissione di un provvedimento cautelare personale o reale al di fuori dei casi consentiti dalla legge o senza motivazione.
Indubbiamente questa nuova legge costituisce una decisa sterzata verso una maggiore legalità costituendo per l'organo giudicante un forte richiamo ad una più attenta valutazione dei fatti di causa e ad un'osservanza più puntuale dei dettami della legge.
Meno sentenze di "diritto creativo", quindi, (come molte volte accaduto sinora) e più aderenza alla realtà dei fatti e a quella giuridica…
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