Arcani: la carta di luglio è Speranza o Giustizia?
Eccomi a parlare di giustizia nel mio modo poco canonico: la presento in uno stato di resa e con le mani legate
Ritorna l’appuntamento prodomo all’uscita del calendario esoterico creato in collaborazione con la casa editrice Terre Sommerse! E quindi si dialoga di figure archetipe, profondi sussulti dell’anima accompagnati da visioni evocative della sensualità femmnile. Luglio è in realtà connesso alla carta delle stelle, ovvero “La speranza”, ma avendone già scritto nel primo appuntamento di questa mia iniziativa fotografico- concettuale- mitologica, mi occorreva una valida sostituzione. Certo, mi son detta, in questo momento sarebbe di conforto parlare di speranza, ma poi ho pensato: quale sostituzione più calzante se non quella con l’arcano de “La Giustizia”? Ed eccomi a parlare di giustizia nel mio modo poco canonico e a volerla rappresentare in uno stato di resa e con le mani legate.
E’ di ieri il discorso farneticante di un esponente di primo piano del nostro governo, è di questi giorni l’ombra dilagante sul Csm. Ed è in atto da settimane un fenomeno di incostituzionalità che mi tocca personalmente ma di cui non parlerò in questa sede. Rimane in ogni caso a sovrastarci, una cappa soffocante di storture e distorsioni del concetto e della giustizia stessa. Motivo per cui, vista la già pesante cappa metereologica di questi giorni, mi distacco subito dall’aspetto quotidiano e terreno e spicco il volo librandomi nella saggezza contenuta in queste antiche carte divinatorie. Quindi parliamo dell’arcano numero otto, il numero della stabilità, dell’eternità che rappresenta il perfetto equilibrio degli opposti. La giustizia comunica nell’eterno presente, non rimanda al passato né al futuro, ma spinge a bilanciarere le energie tra i due piatti della bilancia in ogni istante. Qualunque eccesso richiederà di essere compensato, creando nel futuro situazioni di natura opposta, il concetto del karma si esprime pienamente in questa maestosa figura femminile. Archetipo legato alla mitolgia dell’antico Egitto per mezzo di Maat, dea egizia della giustizia, simbolo dell’ordine cosmico, inviata da suo padre, il dio – sole Ra , perché allontanasse per sempre il caos dal mondo, Maat fonde tutte le cose in una unità indistruttibile: la Natura, lo Stato e gli individui sono tasselli di un ordine cosmico superiore generato da Maat.
Ordine ed equilibrio interiore trasformano una giustizia imperfetta nell’ideale che ci indica qual è il posto che dobbiamo occupare nel mondo, dove le nostre azioni sono conformi al nostro sentire. Ci avviciniamo nella società al valore assoluto di giustizia, seguendo il desiderio di giustizia che, come scintilla divina,è dentro di noi.