Margherita non ha aspettato ed è nata quando in casa, oltre ovviamente alla madre Carolina, c’era solamente il padre Luigi. E’ accaduto la notte scorsa ad Arce in via Colle Alto e sembra essere una storia di altri tempi, quando la normalità era che i bambini nascevano nelle case.
Mancavano ancora 20 giorni al termine della gravidanza ma i dolori, ieri sera, sono andati via via ad aumentare, fino a quando la donna a capito che la bambina stava per nascere. Troppo tardi per salire in auto per andare in ospedale; non è rimasto altro da fare che chiamare una ambulanza ma, all’arrivo, gli operatori del 118 che si spettavano di trovare due persone, ne hanno trovate tre. Margherita era già nata e ai paramedici non è rimasto altro da fare che tagliare il cordone ombelicale e portare madre e figlia in ospedale per le verifiche del caso. Tutte due, però, stanno bene.
Il parto in casa, oggi, non è un ritorno al passato ma una possibilità di scelta sicura per la donna ed il bambino. La casa, il proprio ambiente affettivo, l’intimità, la presenza di ostetriche che trasmettono fiducia, sono elementi che favoriscono l’intero processo del parto. Naturalmente può essere svolto solo quando le condizioni di salute della mamma e del bambino siano pienamente soddisfacenti.
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