Il Comune di Arce, piccola cittadina in provincia di Frosinone, è giunto alla ribalta per il tragico episodio di cronaca nera avvenuto nel Giugno del 2001.
Pochi giorni dopo la scomparsa, ad Arce venne ritrovato il cadavere di Serena Mollicone, una ragazza che all’epoca aveva solo 19 anni.
A distanza di così tanto tempo, la magistratura non ha ancora scritto la parola fine al caso.
In vista della prossima udienza, il Comune di Arce, dove risiedeva la ragazza e dove è stato trovato il corpo, ha annunciato in una nota che si costituirà parte civile.
La decisione è stata presa con la delibera n.13 del 23 Gennaio dalla giunta municipale presieduta dal sindaco Luigi Germani.
Già prima del 15 Gennaio, data dell’udienza preliminare al Gup, il Comune aveva chiesto agli uffici e al legale dell’Ente di predisporre gli atti per la costituzione di parte civile.
Nella nota diffusa in giornata, il Comune di Arce esprime tutta la sua vicinanza a Guglielmo Mollicone, padre di Serena, che da tantissimi anni lotta affinché sua figlia possa ottenere giustizia.
Le motivazioni che hanno spinto il Comune a compiere questa scelta in caso di rinvio a giudizio degli imputati sono: il danno d’immagine e un delitto particolarmente efferato, che provocato turbamento e impedito agli abitanti di Arce di condurre una vita tranquilla nel proprio territorio.
Quindi oltre che alla famiglie Mollicone e Tuzi, anche la cittadinanza di Arce si sente parte lesa per la morte di Serena.
Il nodo più grande che resta da sciogliere in questa vicenda giudiziaria è la colpevolezza o meno di Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce, e suo figlio Marco.
Il padre di Serena non ha mai smesso di gridare che la figlia fosse stata uccisa all’interno della caserma dei Carabinieri di Arce, dove si era recata la mattina della scomparsa a denunciare i traffici di droga di Marco Mottola, figlio del comandante.
La seconda udienza davanti al Gup di Cassino è prevista per il 7 Febbraio. A processo figurano Franco Mottola, la moglie Anna, il figlio Marco con l’accusa di omicidio volontario.
Imputati inoltre due carabinieri, il luogotenente Vincenzo Quatrale con l’accusa di concorso morale esterno in omicidio e l’appuntato Francesco Suprano, con l’accusa di favoreggiamento.
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