Era riuscito a sottrarsi alla cattura già due mesi fa, quando i Carabinieri della Compagnia Roma Cassia avevano bussato alla porta dell’abitazione della compagna nel quartiere della Magliana, dove era stato inizialmente individuato. Questa volta, l’uomo, un 72enne romano con precedenti condannato in via definitiva alla pena di 7 anni e 16 giorni di reclusione per truffa, insolvenza fraudolenta e ricettazione, non ha avuto scampo ed è stato arrestato. Il suo nome, in passato, è apparso sulle cronache giornalistiche per presunti contatti con personaggi coinvolti nel sequestro di Aldo Moro.
I Carabinieri, a seguito di una complessa attività di indagine, sono riusciti a stringere il cerchio intorno al 72enne che, nei giorni immediatamente successivi il fallito blitz di luglio, ha cambiato spesso rifugio, schede SIM – risultate intestate perlopiù a cittadini dell’Est-Europa – e autovetture, queste intestate alle diverse società di cui lo stesso è amministratore unico, alcune delle quali aventi ad oggetto il commercio di autoveicoli e risultando di volta in volta introvabile presso gli indirizzi “ufficiali”.
Ed è proprio scavando all’interno della galassia di queste società che i militari sono riusciti ad individuare le persone di fiducia dell’uomo: grazie ad accurati servizi di pedinamento, i Carabinieri sono finalmente riusciti a far scattare le manette ai suoi polsi e a tradurlo presso il carcere di Rebibbia.
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