Arresto Scajola, accordi per far sottrarre Matacena all’arresto
Le dichiarazioni del procuratore De Raho. Berlusconi: “Non so perché Claudio sia stato arrestato ma sono addolorato”
"L'imprenditore Matacena, condannato a cinque anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato sostenuto da un certo numero di persone per sottrarsi all'esecuzione della pena, irrogata con sentenza definitiva dalla Cassazione qualche mese fa". Lo ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, al Gr1, a proposito dell'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola.
"L'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'onorevole Scajola – ha aggiunto il magistrato – è stata emessa per avere concorso nel reato di inosservanza dell'esecuzione della pena, articolo 390 del codice penale. Nel corso di altri rami di indagine, che riguardavano un contesto totalmente diverso, è emerso che un gruppo di persone si sono prodigate per assicurare a Matacena la sottrazione all'esecuzione della pena. Questo è il quadro indiziario grave che è stato acquisito, sulla base delle risultanze investigative. Appena espletate le operazioni consuete di identificazione, di elezione del domicilio, della nomina dei difensori, si deciderà a quale carcere assegnare a Scajola".
De Raho ha aggiunto che "Amedeo Matacena godeva e gode tuttora di una rete di complicità ad alti livelli grazie alla quale è riuscito a sottrarsi all'arresto".
Nel frattempo si è appreso che tra gli arrestati, oltre all'ex ministro e alla madre dell'imprenditore reggino Amedeo Matacena, figurano anche Martino Politi, Antonio Chillemi e la segretaria di Scajola, Roberta Sacco. Colpite da provvedimento restrittivo anche colpito la moglie di Matacena Chiara Rizzo e la madre Raffaella De Carolis.
Riguardo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia, attualmente latitante, emergono i particolari sulla vicenda che lo vede suo malgrado protagonista. Lo scorso luglio è stato individuato a Dubai dai Carabinieri e fermato dalla polizia del luogo, ma gli Emirati Arabi Uniti successivamente non hanno concesso alle autorità italiane l'estradizione per Matacena, che è rimasto a piede libero nella capitale araba, poiché in quel Paese la legislazione non prevede il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Matacena, infatti, è riparato all'estero dopo essere stato condannato in via definitiva per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola, che aveva rapporti con la moglie di Matacena, si sarebbe adoperato per il espatrio in Libano e deve perciò rispondere di favoreggiamento
L'ex parlamentare forzista era stato condannato per questo reato a cinque anni di reclusione dalla Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria. La precedente sentenza, di due anni prima, lo aveva visto assolto, ma la Suprema Corte di Cassazione aveva annullato il processo con rinvio ad altro collegio. L'ex parlamentare era stato coinvolto nell'inchiesta denominata "Olimpia", condotta dalla Dia negli anni '90, accusato di essere un punto di riferimento della cosca Rosmini di Reggio Calabria. L'avvocato generale Francesco Scuderi, che aveva chiesto sei anni di condanna, aveva sostenuto in aula che, nonostante non fossero stati prodotti significativi vantaggi materiali per la cosca, dal riconoscimento del patto ne sarebbe comunque derivato un rafforzamento del prestigio della consorteria di 'ndrangheta.
Figlio dell'omonimo armatore che negli anni '60 diede vita al traghettamento nello Stretto di Messina, l'imprenditore 51enne Amedeo Matacena, è stato deputato di Forza Italia per due legislature, la XII e la XIII, dal 1994 al 2001. Matacena era stato più volte oggetto di indagini della magistratura.
L'ex deputato, non ricandidato da Forza Italia proprio a causa della condanna a 5 anni e 4 mesi inflitta in primo grado nel marzo 2001 dal Tribunale di Reggio Calabria per concorso esterno, vide la prima sentenza annullata dalla Corte di Assise di Reggio Calabria nel marzo 2006, che lo assolse. Nel 2010 la Corte di Assise di Appello confermò l'assoluzione del primo grado, ma la Cassazione annullò quella sentenza con rinvio ad altro collegio. Si arrivò cosi' al 18 luglio 2012, data in cui Matacena venne condannato a 5 anni di reclusione, sentenza confermata dalla Cassazione il 6 giugno dello scorso anno. Matacena fuggì a Dubai.
A Scajola è giunta la solidarietà di Silvio Berlusconi, che ha dichiarato: "Non so per quali motivi sia stato arrestato Scajola, ne sono addolorato, me ne spiaccio molto". Tuttavia l'ex premier ha aggiunto che l'ex ministro "non è stato candidato (alle elezioni europee, n.d.r.) perché a seguito di un sondaggio la sua candidatura avrebbe portato a una diminuzione dei voti dei nostri sostenitori".
L'ex ministro Scajola è ora negli uffici del Centro operativo della Dia di Roma, mentre continuano le perquisizioni del suo ufficio in via Matteotti, a Imperia.