Artena al voto, Vittorio Frosi sempre a servizio della comunità
Vittorio Frosi, docente nelle scuole di Stato, anni 59, naturalmente curioso, culturalmente eclettico
1) Perché ha scelto la di candidarsi e perché nella lista Conti? Non certamente per avere un posto al sole … ci sono altre liste dove questo è più garantito. Sin dall’adolescenza ho sempre dedicato una parte rilevante del mio tempo all’attività sociale. Pur interessandomi di cultura politica preferivo il volontariato all’attivismo di partito. In un certo senso è stato un errore: il potere degli arrivisti, specialmente mediocri, nasce nelle sedi dei partiti e dal disinteresse dei più per la vita politica. In questi anni ho visto da vicino le contraddizioni della pubblica amministrazione, lo sperpero di danaro pubblico, la cementificazione selvaggia del territorio, il degrado penoso del nostro patrimonio culturale. Ho constatato come il cittadino per difendersi dall’assurdità di alcune “procedure” debba spendere soldi, tempo e serenità. Dopo più di trentacinque anni di lavoro e oltre quarant’anni di impegno sociale, nauseato da quest’andazzo, ho deciso di fare il grande “passo”. Ho scelto la lista Impegno Civico per Artena, Conti sindaco, per due ragioni: la prima è la piena autonomia dell’associazione: Impegno Civico non è condizionato da lobby locali e non dipende, direttamente o indirettamente, dalle segreterie dei partiti; la seconda è l’amore condiviso per la propria terra, da difendersi senza se e senza ma, contro tutte le forme di aggressione e di degrado.
2) Lei da molti viene definito come una bravissima persona con molte belle idee; da altri viene nominato come “elemento distruttivo” all’interno di un gruppo se non viene fatto ciò che lei dice. Cosa risponde?
Essere bravi non significa essere allocchi. Amo profondamente la dialettica del confronto, anche vivace, e le mie decisioni sono sempre frutto di un ascolto attento e di riflessioni anche sofferte. Divento “distruttivo” quando scopro l’inganno, l’insincerità e le sciocche strategie dell’opportunismo. Non è nel mio stile imporre alcunché, ma di fronte al non rispetto degli accordi o, peggio, di fronte alle tattiche che vedono nella persona un semplice birillo da usare non riesco a tacere ed esprimo “intensamente”, cioè in modo chiaro e netto, il mio disappunto. Non ho mai fatto parte di “gruppi” ma di associazioni che, come di norma, esigono che una qualsivoglia decisione, anche dopo accanito dibattito, debba essere collegiale ed approvata a maggioranza … il resto è leggenda metropolitana.
3) Nella presentazione di giovedì 8 maggio lei ha illustrato alcune opere, strutture, beni culturali che abbiamo ad Artena. In seguito ha mostrato due luoghi, località Tagliente e lago La Torre, dove sono previsti progetti Asp. Ce li spiega meglio?
Il progetto ASP 191/2005 “insiste a ridosso del Lago di Giulianello” (Del. C.C. N. 38 del 29.07.2010) e prevede la “realizzazione di un residence ed un albergo con annesso Centro Servizi e Centro Sportivo” per un investimento pari a Euro 6.783.000. Contro questo “nuovo impianto produttivo” si sono avute le rimostranze del Comune di Cori e del Forum Ambientalista della Valle del Sacco. Il Lago di Giulianello o della Torre è un’isola amministrativa del Comune di Artena dal 1870. La bellezza del luogo è straordinaria. Le passate amministrazioni hanno fatto poco o niente per valorizzare l’incanto e l’amenità di questo ambiente unico, a vocazione rigorosamente agricola. A “ridosso” del lago un qualsiasi intervento edilizio è soltanto barbarie. La nostra sensibilità non può che provare orrore per simili operazioni.
L’altro progetto (Reg. Lazio Prop. 195, Atto T0039, 23.01.2007 Dipartimento Conferenza dei servizi) “per la realizzazione di una struttura turistico ricettiva specializzata in località ‘Tagliente’, in variante al P.R.G.” è un complesso di 43.570 (!) metri cubi previsto in una zona agricola confinante con il bosco ceduo di Tagliente e a due passi dal Parco Regionale dei Colli Albani. Si rimane di stucco. “Ahi de l'oro empia ed esecrabil fame! E che per te non osa, e che non tenta quest'umana ingordigia?” ci ricorda Virgilio narrando la vicenda dello sfortunato Polidoro. La Regione (Del. G.R. Lazio n. 532/2007), parlando delle “Linee guida Patti Territoriali”, ricorda che “il territorio, in quanto bene unico, limitato e non riproducibile, … ha valenza pubblica” ed occorre “evitarne inutili sprechi … antropizzazioni inopportune … usi impropri … urbanizzazioni spinte, che sacrificano per sempre le sue valenze”. Non possiamo che condividere un simile orientamento. Quello che non si può accettare è l’abisso tra il dire e il fare: come si spiegano progetti, passati con i Patti Territoriali, che moltiplicano l’edificabilità di un terreno del 477,84% in più rispetto al Piano Regolatore? La grande crisi ha fatto esplodere la bolla di mattone. In Italia sei milioni di unità abitative risultano disabitate, di queste 1.200.000 sono di nuova costruzione. Artena ha case per 39.000 abitanti, contro i 13.846 effettivi. Per evitare tentazioni future c’è una sola risposta: uscire dall’ASP! E Impegno Civico lo garantisce nei primi 100 giorni di governo.
4) Lei è un professore, sotto l’aspetto culturale scolastico di cosa hanno bisogno le nostre infrastrutture, oltre che della messa a norma e in sicurezza? Mettere gli edifici scolastici nelle condizioni previste dalle normative non è auspicabile, è semplicemente obbligatorio. La salute e la sicurezza dei ragazzi, degli insegnanti e del personale tutto è condizione di civiltà improcrastinabile. Personalmente ritengo che gli edifici scolastici essendo comunali vadano utilizzati intensamente per la promozione culturale e la crescita sociale. Dovrebbero essere adeguati ai bisogni e, di concerto, aperti, pur nelle modalità previste dalle convenzioni, ai tanti progetti di collaborazione. L’incontro generazionale, i saperi del passato e del nuovo, arti e mestieri e tanto altro possono trovare nelle strutture scolastiche un naturale punto di convergenza.
5) Perché votare Armando Conti e scegliere Vittorio Frosi candidato consigliere? Per provare ad uscire dal tunnel. Finora il potere si è consumato nel palazzo e tra la comunità e l’amministrazione pubblica è mancata la pur minima forma di coinvolgimento. Occorre riportare il cittadino al centro del progetto politico attraverso gli strumenti della trasparenza, dell’efficienza e della partecipazione. Comitati di quartiere, associazionismo, cooperative di comunità dei cittadini, consulta del territorio, bilancio partecipato: un grande movimento per dire basta alle oligarchie, vicine e lontane. Perché mi candido? Credo, senza falsa modestia, che la mia esperienza sociale e di cultura riversata negli istituti amministrativi potrebbe essere di aiuto alla comunità.
6) Il suo sogno nel cassetto? Il rispetto. Rispetto per la nostra terra e le sue forme viventi. Rispetto per le persone, per tutte le persone che la abitano e la visitano. Rispetto per la bellezza dei nostri paesaggi, del nostro passato. Rispetto … sempre e comunque.