Toni accesi nell’ultimo consiglio comunale di Artena, allorquando, alla presenza di molti insegnanti e una nutrita cittadinanza, si è discusso del dimensionamento scolastico, che è stato contestato dall’opposizione, in particolar modo dalla squadra di Fabrizio De Castris (gruppo Artena Cambia) e appoggiato da Armando Conti (capogruppo di Lista civica per Artena).
Tema della discussione è l’accorpamento dei due istituti comprensivi in essere ad Artena: l’istituto comprensivo Alcide De Gasperi e l’istituto comprensivo Stefano Serangeli, in base alla delibera numero 126 del 6 di ottobre 2014.
Una nota della Provincia di Roma chiedeva ai sindaci della provincia di trasmettere, entro il 6 di ottobre, le delibere di Giunta con le quali si approvava, sulla base delle linee guida dettate dalla Regione Lazio, il piano di dimensionamento dell’offerta scolastica comunale per l’anno scolastico 2015-16, contenente proposte in ordine alla razionalizzazione della rete scolastica comunale e al conseguente dimensionamento degli istituti scolastici esistenti sul territorio di rispettiva competenza.
Il gruppo “Artena cambia” ha depositato una mozione in cui, in sintesi, chiedeva una revoca, da parte della Giunta, della delibera in questione, respinta dal consiglio comunale.
L’opposizione rivendica in particolar modo l’idea del principio della pluralità del diritto di scelta di educazione nei due istituti comprensivi in questione, difesa dagli interventi di Fabrizio De Castris e di Silvia Carocci. In pratica vorrebbe una concorrenza tra i due istituti per una migliore offerta dello studio.
Negli interventi di replica del sindaco Felicetto Angelini e dell’assessore Alessandra Bucci, infastiditi anche dagli applausi in aula di consiglio di una parte del pubblico, hanno precisato che di “necessità si fa virtù” e “che non va strumentalizzato questo tema che è molto delicato”, quest’ultime parole dell’assessore Bucci.
“Dopo aver sentito anche il parere dei dirigenti scolastici abbiamo deliberato l’atto che prevede una diversa organizzazione della rete scolastica. La presenza di due istituti costringerebbe difatti l’Ente locale ad affrontare ulteriori e ingenti spese che si aggiungerebbero a quelle, pur gravose, già attualmente sostenute per garantire il regolare esercizio del diritto allo studio per tutti gli alunni residenti. La compresenza di più gradi e ordini di scuola nello stesso edificio comporterebbe difatti la necessità di provvedere all’adeguamento degli spazi e dei servizi per renderli fruibili da alunni di età diverse con esigenze diverse: si tratterebbe, in altri termini, di allestire nuovi refettori lì dove ora non ci sono, di adeguare le palestre, di allestire nuovi servizi igienici per alunni e operatori, costi che il Comune, nell’attuale congiuntura, non è assolutamente in grado di sostenere”, sostiene la maggioranza di consiglio.
Scelte politiche e amministrative fatte battendo la ritirata sono una sconfitta per tutti, perché chi smette di credere nei cittadini di domani perde una buona occasione di costruire il futuro. Leggere la delibera sul dimensionamento delle nostre scuole, approvata dalla maggioranza, è un ottimo esempio di quella sconfitta. Ci si copre dietro il falso problema di spazi mancanti per giustificare una scelta scriteriata, che ci riporta all’istituto unico. Le parole, più volte ripetute in quella delibera, sono sconcertanti: unica offerta formativa, unica dirigenza, unica istruzione scolastica, come se il pluralismo fosse qualcosa da allontanare e non una ricchezza, replicano dall’opposizione.
Tenendo conto delle considerazioni fin qui fatte, mi pare che il problema è meno grave di quanto è emerso dalla discussione di ieri in consiglio comunale di Artena e che, come sempre, in questi casi, come disse Aristotele in medio stat virtus, cioè la virtù sta nel mezzo.
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