Artena, Armando Conti, “il significato delle liste civiche”

“Non sono stato d’accordo nell’impostazione dell’attuale crisi comunale sul principio che i problemi personali debbono diventare i problemi di tutti”

La legge 25 marzo 1993, n. 81 è quella che ha fissato l'elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale, essa è nata sull'onda del movimento referendario che ha superato il sistema dei partiti e che ha portato ad una forte personalizzazione del candidato sindaco che caratterizza la lista, per cui sono venute meno le motivazioni ideologiche del voto. Tanto è vero che da allora il dibattito politico nazionale si è basato in gran parte più sulla visibilità dei candidati Sindaci che sul programma. Fintanto che rimane il carattere presidenziale della figura politica del Sindaco ci saranno le liste civiche e saranno imperniate attorno alla sua persona ed al suo curriculum.

La formazione di una lista dipende dal contesto sociale in cui si opera, dalla preparazione e dalla esperienza dei suoi componenti ed è una formazione spesso ibrida e sempre temporanea di persone. La lista civica attinge alle personalità della società civile o della politica locale che attorno alla  figura del candidato Sindaco raccolgono il consenso del gruppo oppure può essere espressione di un partito o di una coalizione che è il metodo delle primarie adottato dal centro sinistra per individuare un candidato Sindaco che secondo l’ex Sindaco di Roma sono una farsa.  Sono molte le amministrazioni che si sono formate con questo sistema, cioè basate su un forte sistema partitico, ma alcune di queste sono andate ugualmente al voto anticipato, Roma ne è l'esempio con  19 consiglieri del Partito democratico che si sono dimessi.

Il problema non  riguarda se rottamare le liste civiche come espressione della società civile, (la lista diventa personale perché la caratterizza il candidato Sindaco), ma la gestione del potere. Il compito a cui è chiamato un Sindaco è il governo del territorio che significa spesso trovare soluzioni adeguate alla realtà ed alle necessità che racchiudono vasti settori che vanno dall’assetto urbanistico della città, come l’ubicazione di un cimitero, di un mercato, di un depuratore, delle nuove infrastrutture, alla gestione della farmacia comunale, dei trasporti, della scuola, della mensa, fino a quello dello smaltimento dei rifiuti ma anche organizzare gli uffici, l’attività culturale e la programmazione turistica. Tutto questo ha poco a che vedere se un candidato Sindaco sia stato scelto  dalle primarie o con una lista “personale”.

Le amministrazioni vanno in crisi quando manca il collegamento con la cittadinanza. Prima della riforma sia il sindaco che la giunta erano eletti dal consiglio comunale, per cui si è passati dalla  forma di governo del comune, riconducibile al modello parlamentare, a quella presidenziale e sul Sindaco ricade la responsabilità penale, patrimoniale e politica del suo operato, infatti  per questo può nominare componenti della giunta anche persone che non sono state elette purché scelte su base meritocratica e sul curriculum. Non conoscere queste semplici regole crea tanta confusione e il prolificare di gruppi di ogni tipo, che vogliono limitare e condizionare il potere del Sindaco, infatti non deve essere un semplice portavoce del gruppo ma  l’espressione diretta della volontà dei cittadini, che attraverso il voto ripongono la loro fiducia sulle capacità e adeguatezza di leader in cui il gruppo della lista si riconosce, per questo sono stato il promotore di una lista civica per due tornate elettorali senza che fosse stata espressione diretta o indiretta di un partito politico ma della società.

Le liste civiche personali o di coalizione sono ormai una parte fondamentale del nostro sistema elettorale ed appartengono alla cultura federalista.  Nel nostro paese una lista civica “personale” in particolare, con i suoi pro e contro, ha garantito una stabilità Amministrativa per circa 15 anni (quella di Latini), consolidandosi nel tempo e dandone anche una identità politico-culturale, per questo non possono essere rottamate. La buona politica invece non deve soffermarsi sul tipo di lista civica con cui presentarsi alle elezioni ma ha bisogno di persone corrette, limpide, che giudichino l’operato di chi li ha preceduti, che ne abbiano memoria e dicano sempre la verità e che soprattutto sappiano sacrificarsi e credere nel compito scelto e assegnatogli. Chi si candida con una lista civica, sottoscrive una dichiarazione autenticata di accettazione della candidatura per la carica di sindaco e per la candidatura alla carica di Consigliere comunale collegata al Sindaco, quindi  sono ammessi ripensamenti solo per gravi motivi previsti dagli artt. 141, 142, 143 del D.lgvo 267/2000 e ad Artena, salvo prova contraria, non ci sono queste motivazioni. In una mia intervista del  04/12/2015 avevo chiesto che la crisi locale venisse discussa in modo trasparente all’interno del Consiglio Comunale attraverso la mozione di sfiducia nella quale dovevano emergere e discutere eventualmente tutte le contraddizioni dell’ Amministrazione e per questo non ho accettato di far sciogliere il consiglio comunale con  un accordo trasversale sotto banco. La mozione poteva essere accolta o respinta ma nonostante ci fossero stati i tempi e i numeri da parte dei proponenti, non è stata presentata.

Non sono stato d’accordo nell’impostazione dell’attuale crisi comunale sul principio che i problemi personali debbono diventare i problemi di tutti, poiché è in scacco la decadenza dell'Amministrazione che va a colpire soprattutto la città di Artena e oggi ci pone davanti ad un ipotetico lungo periodo di commissariamento ed alla sospensione dell'esercizio della  sovranità popolare.

Impegno Civico per Artena il Consigliere Comunale Armando Conti

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